De Legibus, Libro 3, Paragrafo 36 - Studentville

De Legibus, Libro 3, Paragrafo 36

Uno in genere relinqui videbatur vocis suffragium quod ipse Cassius exceperat perduellionis. Dedit huic quoque iudicio C. Coelius tabellam doluitque quoad vixit se ut opprimeret C. Popillium nocuisse rei publicae. Et avus quidem noster singulari virtute in hoc municipio quoad vixit restitit M.Gratidio cuius in matrimonio sororem aviam nostram habebat ferenti legem tabellariam. Excitabat enim fluctus in simpulo ut dicitur Gratidius quos post filius eius Marius in Aegaeo excitavit mari. Ac nostro quidem avo cum res esset ad se delata M. Scaurus consul: ‘Utinam’ inquit ‘M. Cicero isto animo atque virtute in summa re publica nobiscum versari quam in municipali maluisses!’

Versione tradotta

In un solo genere di dichiarazioni, per il quale aveva fatto eccezione lo stesso Cassio, sembrava essere lasciato il voto verbale, quello di alto tradimento. Ma anche a questa sorte di processi C. Celio impose la scheda, e finché visse si rammaricò di avere procurato un danno allo Stato pur di far condannare G. Popilio. Anche il nostro nonno, eccezionalmente probo tra i cittadini di questo municipio, finché visse, si oppose a M. Gratidio che proponeva una legge tabellaria, quantunque ne avesse sposato la sorella, che era nostra nonna; infatti Gratidio, com'egli era solito dire, sollevava tempeste in un bicchiere, quelle che poi suo figlio Mario sollevò nel mare Egeo. Ed a nostro nonno il console M. Scauro, informato della cosa, disse: " Dio volesse, M. Cicerone, che con questo tuo carattere e questo tuo rigore morale tu avessi preferito occuparti di tutto lo Stato insieme a noi, anziché di questo tuo municipio!"

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