Quam ob rem quoniam non recognoscimus nunc leges populi Romani sed aut repetimus ereptas aut novas scribimus non quid hoc populo optineri possit sed quid optimum sit tibi dicendum puto. Nam Cassiae legis culpam Scipio tuus sustinet quo auctore lata esse dicitur; tu si tabellariam tuleris ipse praestabis. Nec enim mihi placet nec Attico nostro quantum e vultu eius intellego.
Atticus: Mihi vero nihil umquam populare placuit eamque optimam rem publicam esse dico quam hic consul constituerat quae sit in potestate optimorum.
Versione tradotta
Per questo dunque, poiché non stiamo ora passando in rassegna le leggi del popolo romano, ma o rievochiamo quelle abolite o ne scriviamo di nuove, credo che tu dovresti dire non quello che si possa ottenere con questo popolo, ma quello che di per se è ottimo. Infatti il tuo Scipione, che si dice appunto ne sia stato il suggeritore, porta la colpa della legge Cassia; tu invece risponderai di persona, se proporrai una legge tabellaria. Essa infatti non piacerebbe né a me né, a giudicare dalla sua faccia, al nostro Attico.
Attico: - Ma a me non è mai piaciuta alcuna forma di istituzione democratica, e sostengo che la miglior forma di Stato è quella che costui aveva stabilito durante il suo consolato, che si basa sul potere degli ottimati.
- Letteratura Latina
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus