Quam gravis, quam magnifica, quam constans conficitur persona sapientis!
Qui, cum ratio docuerit, quod honestum esset, id esse solum bonum, semper sit necesse est beatus vereque omnia ista nomina
possideat, quae irrideri ab inperitis solent. Rectius enim appellabitur rex quam Tarquinius, qui nec se nec suos regere
potuit, rectius magister populi (is enim est dictator) quam Sulla, qui trium pestiferorum vitiorum, luxuriae, avaritiae,
crudelitatis, magister fuit, rectius dives quam Crassus, qui nisi eguisset, numquam Euphraten nulla belli causa transire
voluisset. recte eius omnia dicentur, qui scit uti solus omnibus, recte etiam pulcher appellabitur (animi enim liniamenta sunt
pulchriora quam corporis), recte solus liber nec dominationi cuiusquam parens nec oboediens cupiditati, recte invictus, cuius
etiamsi corpus constringatur, animo tamen vincula inici nulla possint. Nec expectet ullum tempus aetatis, ut tum denique
iudicetur beatusne fuerit, cum extremum vitae diem morte confecerit, quod ille unus e septem sapientibus non sapienter Croesum
monuit; nam si beatus umquam fuisset, beatam vitam usque ad illum a Cyro extructum rogum pertulisset. Quod si ita est, ut neque
quisquam nisi bonus vir et omnes boni beati sint, quid philosophia magis colendum aut quid est virtute divinius?
Versione tradotta
Quanto grave, quanto magnifica, quanto costante si
forma la persona del saggio! E necessario che egli, avendo insegnato la ragione che ciò che fosse onesto era il solo bene, sia
sempre beato e che davvero possieda tutti questi titoli, che sono soliti essere derisi dagli inesperti. Infatti sarà chiamato
re più giustamente di Tarquinio, che non poté governare né se stesso né i suoi; (sarà chiamato) capo del popolo (infatti lo è
il dittatore) più giustamente di Silla, che fu maestro di tre vizi rovinosi, (cioè) lussuria, avidità, crudeltà; (sarà
chiamato) ricco più giustamente di Crasso, che, se non fosse stato povero, mai avrebbe voluto superare lEufrate per nessuna
guerra. Giustamente saranno nominate tutte le cose di colui che sa trattare lui solo con tutti; giustamente sarà detto anche
bello (infatti i lineamenti dellanimo sono più belli di quelli dellanimo); giustamente lui solo (sarà) libero né obbedendo
alla dominazione di nessuno né obbedendo alla brama; giustamente (sarà) invitto colui al cui animo, anche qualora il corpo sia
stretto, tuttavia nessuna catena può essere legata. Né attenda alcun momento delletà per giudicare se sia stato beato allora
infine quando avrà concluso nella morte lultimo giorno di vita, poiché quello solo dei sette sapienti non avvertì saggiamente
Creso; infatti se mai fosse stato beato, avrebbe condotto a termine una vita beata fino a quel rogo innalzato da Ciro. Se è
così che siano beati non solo nessuno se non un uomo buono ma anzi tutti i buoni, che cosa deve essere coltivato più della
filosofia o che cosa è più divino della virtù?
- Letteratura Latina
- De finibus bonorum et malorum di Cicerone
- Cicerone