‘Eundem magistratum ni interfuerint decem anni ne quis capito. Aevitatem annali lege servanto.’
‘Ast quando duellum gravius discordiaeve civium escunt oenus ne amplius sex menses si senatus creverit idem iuris quod duo consules teneto isque ave sinistra dictus populi magister esto. Equitatumque qui regat habeto pari iure cum eo quicumque erit iuris disceptator. Reliqui magistratus ne sunto.’
‘Ast quando consules magisterve populi nec erunt auspicia patrum sunto ollique ec se produnto qui comitiatu creare consules rite possit.’
‘Imperia potestates legationes cum senatus creverit populusve jusserit ex urbe exeunto duella iusta iuste gerunto sociis parcunto se et suos continento populi gloriam augento domum cum laude redeunto.’
‘Rei suae ergo ne quis legatus esto.’
‘Plebes quos pro se contra vim auxilii ergo decem creassit ei tribuni eius sunto quodque ei prohibessint quodque plebem rogassint ratum esto; sanctique sunto; neve plebem orbam tribunis relinquunto.’
Versione tradotta
"Nessuno assuma la stessa carica se non sono passati dieci anni; si osservino i limiti di età stabiliti dalla legge degli Annali."
"Ma quando vi sarà una guerra piuttosto grave, oppure discordie civili, uno solo, se il senato lo avrà decretato, abbia il potere dei due consoli, per non più di sei mesi e, nominato conforme ad auspicio favorevole, sia maestro del popolo. Chi comanda la cavalleria abbia autorità pari all'interprete del diritto, chiunque quello sia. Tutti gli altri magistrati non esistano."
"Ma nel momento in cui non vi saranno consoli né maestro del popolo, gli auspici spettino ai senatori, ed essi delegheranno fra loro quelli che possano convocare i comizi e nominare legalmente i consoli."
"Le autorità militari e civili, gli ambasciatori, per decreto del senato e dietro ordine del popolo, escano di città, conducano guerre legittime legalmente, risparmino gli alleati, frenino se stessi ed i loro amici, accrescano la gloria del loro popolo, tornino a casa con dei meriti."
"A nessuno sia conferita qualità di ambasciatore per interesse privato."
" Abbia la plebe come suoi tribuni i dieci creati a sua difesa contro la violenza, e quello che essi vietino e quel che sarà ordinato dalla plebe, sia irrevocabile; essi siano sacri ed inviolabili, né la plebe sia mai lasciata priva dei tribuni."
- De Legibus
- Libro 3
- Cicerone
- De Legibus