Iam medio apparet fluctu nemorosa Zacynthos
Dulichiumque Sameque et Neritos ardua saxis.
effugimus scopulos Ithacae, Laertia regna,
et terram altricem saevi
exsecramur Ulixi.
mox et Leucatae nimbosa cacumina montis
et formidatus nautis aperitur Apollo.
hunc petimus fessi
et parvae succedimus urbi;
ancora de prora iacitur, stant litore puppes.
Ergo insperata tandem tellure potiti
lustramurque Iovi votisque incendimus aras,
Actiaque Iliacis celebramus litora ludis.
exercent patrias oleo labente
palaestras
nudati socii: iuvat evasisse tot urbes
Argolicas mediosque fugam tenuisse per hostis.
interea magnum sol
circumvolvitur annum
et glacialis hiems Aquilonibus asperat undas.
aere cavo clipeum, magni gestamen Abantis,
postibus adversis figo et rem carmine signo:
Aeneas haec de danais victoribus arma;
linquere tum portus iubeo et
considere transtris.
certatim socii feriunt mare et aequora verrunt:
protinus aerias Phaeacum abscondimus arces
litoraque Epiri legimus portuque subimus
Chaonio et celsam Buthroti accedimus urbem.
Versione tradotta
Ormai in mezzo al mare appare
Zacinto selvosa
e Dulichio e Same e Nerito scoscesa di rocce.
Sfuggiamo gli scogli di Itaca, regni laerzii,
e
malediciamo la terra nutrice del crudele Ulisse.
Subito e le piovose cime del monte Leucate
e si apre Apollo temuto dai
marinai.
Stanchi lo cerchiamo e ci avviciniamo alla piccola città;
lancora è gettata da prora, le poppe stanno sul
lido.
Impadronitici finalmente della terra insperata
ci purifichiamo per Giove e incendiamo gli altari di voti,
e
festeggiamo i lidi di Azio coi giochi iliaci.
I compagni spogliati, scorrendo lolio, praticano
i giochi padri: è bello aver superato tante città
Argoliche ed aver affrontato la fuga in mezzo ai
nemici.
Intanto il sole avvolge un grande anno
ed il glaciale inverno con gli Aquiloni inasprisce le onde.
Attacco sui
battenti anteriori lo scudo di cavo bronzo,
armamento del grande Abante, e segno il fatto con un verso:
Enea (offre)
queste armi (tolte) ai Danai vincitori.
Poi ordino di lasciare i porti e sedere sui banchi.
A gara i compagni battono il
mare e spazzano le piane:
Subito lasciamo le aeree rocche dei Feaci,
raggiungiamo i lidi dell'Epiro ed
entriamo nel porto
Caonio e ci avviciniamo alla eccelsa città di Butroto.
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