Eneide, Libro 3, traduzione vv. 270-293 - Studentville

Eneide, Libro 3, traduzione vv. 270-293

Iam medio apparet fluctu nemorosa Zacynthos

Dulichiumque Sameque et Neritos ardua saxis.
effugimus scopulos Ithacae, Laertia regna,
et terram altricem saevi

exsecramur Ulixi.
mox et Leucatae nimbosa cacumina montis
et formidatus nautis aperitur Apollo.
hunc petimus fessi

et parvae succedimus urbi;
ancora de prora iacitur, stant litore puppes.
Ergo insperata tandem tellure potiti

lustramurque Iovi votisque incendimus aras,
Actiaque Iliacis celebramus litora ludis.
exercent patrias oleo labente

palaestras
nudati socii: iuvat evasisse tot urbes
Argolicas mediosque fugam tenuisse per hostis.
interea magnum sol

circumvolvitur annum
et glacialis hiems Aquilonibus asperat undas.
aere cavo clipeum, magni gestamen Abantis,

postibus adversis figo et rem carmine signo:
Aeneas haec de danais victoribus arma;
linquere tum portus iubeo et

considere transtris.
certatim socii feriunt mare et aequora verrunt:
protinus aerias Phaeacum abscondimus arces

litoraque Epiri legimus portuque subimus
Chaonio et celsam Buthroti accedimus urbem.

Versione tradotta

Ormai in mezzo al mare appare

Zacinto selvosa
e Dulichio e Same e Nerito scoscesa di rocce.
Sfuggiamo gli scogli di Itaca, regni laerzii,
e

malediciamo la terra nutrice del crudele Ulisse.
Subito e le piovose cime del monte Leucate
e si apre Apollo temuto dai

marinai.
Stanchi lo cerchiamo e ci avviciniamo alla piccola città;
l’ancora è gettata da prora, le poppe stanno sul

lido.
Impadronitici finalmente della terra insperata
ci purifichiamo per Giove e incendiamo gli altari di voti,
e

festeggiamo i lidi di Azio coi giochi iliaci.
I compagni spogliati, scorrendo l’olio, praticano

i giochi padri: è bello aver superato tante città
Argoliche ed aver affrontato la fuga in mezzo ai

nemici.
Intanto il sole avvolge un grande anno
ed il glaciale inverno con gli Aquiloni inasprisce le onde.
Attacco sui

battenti anteriori lo scudo di cavo bronzo,
armamento del grande Abante, e segno il fatto con un verso:
Enea (offre)

queste armi (tolte) ai Danai vincitori.
Poi ordino di lasciare i porti e sedere sui banchi.
A gara i compagni battono il

mare e spazzano le piane:
Subito lasciamo le aeree rocche dei Feaci,
raggiungiamo i lidi dell'Epiro ed

entriamo nel porto
Caonio e ci avviciniamo alla eccelsa città di Butroto.

  • Letteratura Latina
  • Libro 3
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti