Video de istis, qui se populares haberi volunt, abesse non neminem, ne de capite videlicet civium
Romanorum sententiam ferat. Is et nudius tertius in custodiam cives Romanos dedit et supplicationem mihi decrevit et indices
hesterno die maximis praemiis adfecit. Iam hoc nemini dubium est qui reo custodiam, quaesitori gratulationem, indici praemium
decrerit, quid de tota re et causa iudicarit. At vero C. Caesar intellegit legem Semproniam esse de civibus Romanis
constitutam; qui autem rei publicae sit hostis, eum civem esse nullo modo posse; denique ipsum latorem Semproniae legis iniussu
populi poenas rei publicae dependisse. Idem ipsum Lentulum, largitorem et prodigum, non putat, cum de pernicie populi Romani,
exitio huius urbis tam acerbe, tam crudeliter cogitarit, etiam appellari posse popularem. Itaque homo mitissimus atque
lenissimus non dubitat P. Lentulum aeternis tenebris vinculisque mandare et sancit in posterum, ne quis huius supplicio levando
se iactare et in pernicie populi Romani posthac popularis esse possit. Adiungit etiam publicationem bonorum, ut omnis animi
cruciatus et corporis etiam egestas ac mendicitas consequatur.
Versione tradotta
Fra
questi, che si dichiarano popolari, io vedo qualcuno non disposto ad applicare subito la condanna capitale a cittadini romani.
Eppure, laltro giorno, questo qualcuno dispose lincarcerazione di cittadini romani, approvò la preghiera a mio nome e, ieri,
premiò i denuncianti con ricchi doni. Già per questo non appare dubbio ad alcuno che chi ha deciso lincarcerazione dei
colpevoli, il ringraziamento allinvestigatore, il premio al denunciatore, ha giudicato dellintera vicenda. Ma, in verità, C.
Cesare ha ritenuto che la legge Sempronia sia stata emanata per i cittadini romani; che, però, chi sia nemico della Repubblica,
non può in alcun modo essere considerato cittadino; e che, infine, proprio il presentatore della legge Sempronia, pur senza
ricorso al popolo, ha subito la pena della Repubblica. Egualmente non ritiene che lo stesso Lentulo, elargitore e prodigo,
avendo premeditato così crudelmente la distruzione del popolo romano e di questa città, possa ancora chiamarsi popolare. E
perciò quelluomo mitissimo e generoso non esita a cacciare P. Lentulo nelle catene e carceri perpetue e propone che, per l
avvenire, nessuno osi alleviare le pene irrogategli, e che egli, in alcun modo, possa ancora essere popolare a detrimento
del popolo romano. Aggiunge anche la confisca dei beni, affinchè, tormentato in tutta lanima, soffra anche nel corpo la
miseria e la mendicità.
- Letteratura Latina
- Libro 4
- Cicerone
- Catilinarie