De Bello Gallico, Libro 4 - Par. 11 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 4 - Par. 11

Caesar cum ab hoste non amplius passuum xii milibus abesset, ut erat constitutum, ad eum legati revertuntur. Qui in itinere congressi magnopere ne longius procederet orabant. Cum id non impetrassent, petebant uti ad eos equites qui agmen antecessissent praemitteret eosque pugna prohiberet sibique uti potestatem faceret in Ubios legatos mittendi. Quorum si principes ac senatus sibi iureiurando fidem fecissent, ea condicione quae a Caesare ferretur se usuros ostendebant: ad has res conficiendas sibi tridui spatium daret. Haec omnia Caesar eodem illo pertinere arbitrabatur, ut tridui mora interposita equites eorum, qui abessent, reverterentur, tamen se non longius milibus passuum quattuor aquationis causa processurum eo die dixit; huc postero die quam frequentissimi convenirent, ut de eorum postulatis cognosceret. Interim ad praefectos, qui cum omni equitatu antecesserant, mittit qui nuntiarent ne hostes proelio lacesserent, et si ipsi lacesserentur, sustinerent, quoad ipse cum exercitu propius accessisset.

Versione tradotta

Stando Cesare lontano dal nemico non più di 12 mila passi, come era stato stabilito, gli ambasciatori tornano da lui.
Ed entri incontratisi in marcia pregavano molto che non procedesse più avanti.Non avendolo ottenuto, chiedevano che desse ordini a quei cavalieri che avevano preceduto la schiera e li distogliesse dallo scontro e di dar ad essi la possibilità di mandare ambasciatori dagli Ubi. Se i loro capi ed il senato avessero dato al parola con giuramento, dichiaravano che essi si sarebbero serviti di quella condizione che era data da Cesare: concedesse loro per portare a termine quelle cose un tempo di tre giorni.
Cesare riteneva che tutte queste scuse mirassero allo stesso punto, che interposta una tregua di tre giorni, i loro cavalieri, che erano lontani, ritornassero, tuttavia disse che in quel giorno non sarebbe avanzato più di quattro mila passi a causa del bisogno di acqua; il giorno dopo tornassero là nel maggior numero possibile per giudicare delle loro richieste.
Intanto ordina ai prefetti, che erano andati avanti con tutta la cavalleria di comandare di non provocare i nemici a battaglia, e se loro fossero provocati, resistessero fino a che lui fosse arrivato più vicino con l’esercito.

  • De Bello Gallico
  • Libro 4
  • Cesare
  • De Bello Gallico

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti