Hosce ego homines excipio et secerno lubenter neque in inproborum civium, sed in acerbissimorum hostium numero
habendos puto. Ceteri vero, di inmortales! qua frequentia, quo studio, qua virtute ad communem salutem dignitatemque
consentiunt! Quid ego hic equites Romanos commemorem? qui vobis ita summam ordinis consiliique concedunt, ut vobiscum de amore
rei publicae certent; quos ex multorum annorum dissensione huius ordinis ad societatem concordiamque revocatos hodiernus dies
vobiscum atque haec causa coniungit. Quam si coniunctionem in consulatu confirmatam meo perpetuam in re publica tenuerimus,
confirmo vobis nullum posthac malum civile ac domesticum ad ullam rei publicae partem esse venturum. Pari studio defendundae
rei publicae convenisse video tribunos aerarios, fortissimos viros; scribas item universos, quos cum casu hic dies ad aerarium
frequentasset, video ab expectatione sortis ad salutem com munem esse conversos.
Versione tradotta
Questi uomini io
individuo e classifico volentieri e ritengo che debbano essere compresi non nel numero di cittadini indegni, ma di
pericolosissimi nemici. Per vero, o dei immortali, gli altri con quanta assiduità, con quanto impegno, con quanto valore
concorrono alla salvezza e alla dignità della Repubblica! A che prò ricordare qui i cavalieri romani ? Essi concorrono con voi
in tale ampiezza di ordine e di consiglio da competere con voi nellamore per la Repubblica; la giornata odierna li richiama
allunione ed alla concordia, dopo un dissenso di questo ordine durato molti anni, e li ricongiunge a voi ed alla vostra
causa. E se potremo far durare perennemente nella Repubblica questa comunione di intenti, confermata durante il mio consolato,
vi assicuro che, dora in poi, nessun danno, civile o interno, potrà toccare alcun lembo della Repubblica. Vedo poi che i
tribuni erariali, uomini valorosissimi, hanno concorso con eguale impegno nella difesa della Repubblica; e vedo che tutti gli
scrivani che si trovavano oggi per caso negli uffici erariali, aspettando gli eventi, sono egualmente intenti alla salvezza
comune.
- Catilinarie
- Libro 4
- Cicerone
- Catilinarie