Exigua parte aestatis reliqua Caesar, etsi in his locis, quod omnis Gallia ad septentriones vergit, maturae sunt hiemes, tamen in Britanniam proficisci contendit, quod omnibus fere Gallicis bellis hostibus nostris inde subministrata auxilia intellegebat, etsi tempus anni ad bellum gerendum deficeret, tamen magno sibi usui fore arbitrabatur, si modo insulam adisset, genus hominum perspexisset, loca portus aditus cognovisset. Quae omnia fere Gallis erant incognita. Neque enim temere praeter mercatores adit ad illos quisquam, neque iis ipsis quicquam praeter oram maritimam atque eas regiones, quae sunt contra Galliam, notum est. Itaque evocatis ad se undique mercatoribus, neque quanta esset insulae magnitudo neque quae aut quantae nationes incolerent neque quem usum belli haberent aut quibus institutis uterentur neque qui essent ad maiorum navium multitudinem idonei portus, reperire poterat.
Versione tradotta
Nella piccola parte restante dell’estate, Cesare, anche se in questi luoghi, poiché tutta la Gallia si volge a settentrione, tuttavia decide di partire per la Britannia, poiché capiva che in quasi tutte le guerre galliche di lì erano offerti aiuti ai nostri nemici, anche se il periodo dell’anno non bastava per fare una guerra, tuttavia riteneva che gli sarebbe stato di grande utilità, almeno se fosse andato sull’isola, avesse analizzato il tipo di gente, avesse esplorato luoghi, porti, accessi. Tutte cose che erano quasi sconosciute ai Galli. Nessuno infatti eccetto i mercanti nessuno va da loro facilmente e neppure ad essi stessi è noto qualcosa al di fuori della zona marittima e quelle regioni, che sono di fronte alla Gallia. Così chiamati a sé da ogni parte i mercanti non poteva nemmeno scoprire quanto grande fosse l’estensione dell’isola né quali o quanto importanti nazioni abitassero né quale tattica bellica avessero o di quali istituzioni si valessero né quali porti fossero idonei per una quantità di navi maggiori.
- Letteratura Latina
- Libro 4
- Cesare
- De Bello Gallico