Quibus ex navibus cum essent expositi milites circiter trecenti atque in castra contenderent, Morini, quos Caesar in Britanniam proficiscens pacatos reliquerat, spe praedae adducti primo non ita magno suorum numero circumsteterunt ac, si sese interfici nollent, arma ponere iusserunt. Cum illi orbe facto sese defenderent, celeriter ad clamorem hominum circiter milia sex convenerunt. Qua re nuntiata Caesar omnem ex castris equitatum suis auxilio misit. Interim nostri milites impetum hostium sustinuerunt atque amplius horis quattuor fortissime pugnaverunt et paucis vulneribus acceptis complures ex iis occiderunt. Postea vero, quam equitatus noster in conspectum venit, hostes abiectis armis terga verterunt magnusque eorum numerus est occisus.
Versione tradotta
Da queste navi essendo sbarcati circa trecento soldati e dirigendosi agli accampamenti, i Morini, che Cesare partendo per la Britannia aveva lasciato in pace, spinti dalla speranza di bottino, dapprima con un numero non così grande dei loro accerchiarono ed ordinarono, se essi non volevano essere uccisi, di deporre le armi. Poiché quelli, fatto un cerchio, si difendevano, al grido giunsero velocemente circa seimila uomini.
Annunciata la cosa, Cesare dagli accampamenti mandò in aiuto tutta la cavalleria. Intanto i nostri soldati sostennero l’attacco dei nemici e per più di quattro ore combatterono molto valorosamente e ricevute poche perdite uccisero parecchi di essi. In seguito dopo che la nostra cavalleria giunse in vista, i nemici, gettate le armi, voltarono le spalle ed un gran numero di loro fu ucciso.
- Letteratura Latina
- Libro 4
- Cesare
- De Bello Gallico