Quare, patres conscripti, incumbite ad salutem rei publicae, circumspicite omnes procellas, quae
inpendent, nisi providetis. Non Ti. Gracchus, quod iterum tribunus plebis fieri voluit, non C. Gracchus, quod agrarios
concitare conatus est, non L. Saturninus, quod C. Memmium occidit, in discrimen aliquod atque in vestrae severitatis iudicium
adduciturtenentur ii, qui ad urbis incendium, ad vestram omnium caedem, ad Catilinam accipiendum Romae restiterunt, tenentur
litterae, signa, manus, denique unius cuiusque confessio; sollicitantur Allobroges, servitia excitantur, Catilina accersitur;
id est initum consilium, ut interfectis omnibus nemo ne ad deplorandum quidem populi Romani nomen atque ad lamentandam tanti
imperii calamitatem relinquatur.
Versione tradotta
Perciò, o Padri coscritti, dedicatevi alla salvezza della Repubblica, considerate tutte le tempeste che incombono se non
provvedete. Non vengono tratti ad una vostra decisione ed alla severità della vostra giustizia Tiberio Gracco, perchè volle
diventare nuovamente tribuno della plebe, o Caio Gracco, perchè tentò di sollevare i contadini, o L. Saturnino, perchè uccise
C. Memmio; ma vanno giudicati coloro che rimasero in Roma per dar fuoco alla città, fare strage di voi tutti, accogliere
Catilina, vengono a giudizio le lettere, le insegne, le masse di armati ed infine le confessioni di ciascuno; vengono
interessaati gli Allobrogi, vengono sollevati gli schiavi, viene invocato Catilina; in altre parole, viene dato inizio al
proposito che, uccisi tutti, non resti alcuno a compiangere il nome del popolo romano ed a lamentare la sciagura abbattutasi su
così grande impero.
- Letteratura Latina
- Libro 4
- Cicerone
- Catilinarie