Sed ego institui referre ad vos, patres conscripti, tamquam integrum, et de facto quid iudicetis, et de poena quid censeatis.
Illa praedicam, quae sunt consulis. Ego magnum in re publica versari furorem et nova quaedam misceri et concitari mala iam
pridem videbam, sed hanc tantam, tam exitiosam haberi coniurationem a civibus numquam putavi. Nunc quicquid est, quocumque
vestrae mentes inclinant atque sententiae, statuendum vobis ante noctem est. Quantum facinus ad vos delatum sit, videtis. Huic
si paucos putatis adfines esse, vehementer erratis. Latius opinione disseminatum est hoc malum; manavit non solum per Italiam,
verum etiam transcendit Alpes et obscure serpens multas iam provincias occupavit. Id opprimi sustentando aut prolatando nullo
pacto potest; quacumque ratione placet, celeriter vobis vindicandum est.
Versione tradotta
Ma io ho stabilito, o Padri coscritti, di rimettermi interamente a voi sia per laccertamento dei fatti, sia per lirrogazione
della pena. Premetterò ciò che è proprio dei Consoli. Io dapprima ritenevo che un grande rivolgimento incombesse sulla
Repubblica e che nuovi mali si sovrapponessero per sconvolgerla, ma che mai sarebbe stata preparata da parte di cittadini una
congiura così grande e perniciosa. Ora, dovunque le vostre menti e le vostre decisioni si orientino, voi dovrete
provvedere prima di notte. Voi accerterete quanto grande sia il delitto portato al vostro esame. Se ritenete che siano pochi i
complici di costui, vi sbagliate di grosso. Questo male si è diffuso largamente; si è esteso non solo attraverso lItalia, ma
ha anche oltrepassato le Alpi, e, insinuandosi clandestinamente, ha già raggiunto le provincie. Esso a nessun costo può essere
debellato con palliativi e rinvii; esso dovrà essere combattuto con rapidità, quale che sia il mezzo da voi prescelto.
- Letteratura Latina
- Libro 4
- Cicerone
- Catilinarie