Eneide, Libro 4, traduzione vv. 198-218 - Studentville

Eneide, Libro 4, traduzione vv. 198-218

Hic Hammone satus

rapta Garamantide nympha
templa Iovi centum latis immania regnis,
centum aras posuit vigilemque sacraverat ignem,

excubias divum aeternas, pecudumque cruore
pingue solum et variis florentia limina sertis.
isque amens animi et

rumore accensus amaro
dicitur ante aras media inter numina divum
multa Iovem manibus supplex orasse supinis:

‘Iuppiter omnipotens, cui nunc Maurusia pictis
gens epulata toris Lenaeum libat honorem,
aspicis haec? an te,

genitor, cum fulmina torques
nequiquam horremus, caecique in nubibus ignes
terrificant animos et inania murmura

miscent?
femina, quae nostris errans in finibus urbem
exiguam pretio posuit, cui litus arandum
cuique loci leges

dedimus, conubia nostra
reppulit ac dominum Aenean in regna recepit.
et nunc ille Paris cum semiviro comitatu,

Maeonia mentum mitra crinemque madentem
subnexus, rapto potitur: nos munera templis
quippe tuis ferimus famamque

fovemus inanem?

Versione tradotta

Questi nato da Ammone e dalla ninfa rapita

Garamantide
creò per Giove cento immensi templi nei vasti regni,
cento altari e aveva dedicato il fuoco

vigile,
eterne guardie degli dei, un suolo ricco di sangue
di mandrie ed ingressi fiorenti di varie ghirlande.
E lui

pazzo in cuore e accesso dall’amara diceria,
si dice, avesse pregato molto Giove supplicando con mani alzate
davanti

agli altari in mezzo alle immagini degli dei:
Giove onnipotente, cui ora il popolo Marusio
banchettando su ricamati

letti liba l’offerta Lenea,
vedi questo? Forse, padre, quando lanci i fulmini, invano
ti temiamo, vampe cieche tra le

nubi
atterriscono gli animi producono vuoti mormorii?
Una donna, che errando creò nei nostri paesi una piccola
città

col danaro, cui concedemmo il litorale da arare,
cui pure le leggi del luogo, respinse le nostre nozze
ed accolse come

signore Enea nei regni.
Ed ora quel Paride con un codazzo effeminato,
allacciando il mento e la chioma fradicia con mitra

Meonia, è padrone del furto: noi davvero ai tuoi templi
portiamo doni e nutriamo un culto vuoto?

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