Duo cum incidissent in latronem milites, unus profugit, alter autem restitit et vindicavit sese forti dextera. Latrone excusso
timidus accurrit comes stringitque gladium, dein reiecta paenula “Cedo” inquit “illum; iam curabo sentiat quos attemptarit.”
Tunc qui depugnaverat: “Vellem istis verbis saltem adiuvisses modo; constantior fuissem vera existimans. Nunc conde ferrum et
linguam pariter futilem. Ut possis alios ignorantes fallere, ego, qui sum expertus quantis fugias viribus, scio quam virtuti
non sit credendum tuae.” Illi adsignari debet haec narratio, qui re secunda fortis est, dubia fugax.
Versione tradotta
Due soldati imbattutisi in un bandito, uno fuggì, laltro però si fermò e si vendicò
con la sua forte destra. Abbattuto il bandito, il compagno accorre , timido stringe la spada, poi gettata dietro la mantellina:
Dallo qua, disse; ormai baderò che capisca a chi abbia attentato. Allora chi aveva lottato: Avrei voluto che avessi aiutato
almeno con queste parole; sarei stato più sicuro pensandole vere. Ora nascondi il ferro e la lingua similmente futile. Che tu
possa ingannare altri che non sanno, io, che ho sperimentato con quante grandi forze tu fugga, so quanto non sia da credere al
tuo valore. Questo racconto deve essere assegnato a colui, che è forte in una cosa favorevole,fuggitivo in quella dubbia .
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