Libro 5 - Favola 7 - Studentville

Libro 5 - Favola 7

Ubi vanus animus aura captus

frivola arripuit insolentem sibi fiduciam, facile ad derisum stulta levitas ducitur. Princeps tibicen notior paulo fuit, operam

Bathyllo solitus in scaena dare. Is forte ludis, non satis memini quibus, dum pegma rapitur, concidit casu gravi necopinus et

sinistram fregit tibiam, duas cum dextras maluisset perdere. Inter manus sublatus et multum gemens domum refertur. Aliquot

menses transeunt, ad sanitatem dum venit curatio. Ut spectatorum molle est et lepidum genus, desiderari coepit, cuius flatibus

solebat excitari saltantis vigor. Erat facturus ludos quidam nobilis. Is, ut incipiebat Princeps ad baculum ingredi, perducit

pretio precibus ut tantummodo ipso ludorum ostenderet sese die. Qui simul advenit, rumor de tibicine fremit in theatro: quidam

adfirmant mortuum, quidam in conspectum proditurum sine mora. Aulaeo misso, devolutis tonitribus, di sunt locuti more

translaticio. Tunc chorus ignotum modo reducto canticum insonuit, cuius haec fuit sententia: laetare incolumis Roma salvo

proncipe Roma salvo principe. In plausus consurrectum est. Iactat basia tibicen; gratulari fautores putat. Equester ordo

stultum errorem intellegit magnoque risu canticum repeti iubet. Iteratur illud. Homo meus se in pulpito totum prosternit.

Plaudit inludens eques; rogare populus hunc choro veniam aestimat. Ut vero cuneis notuit res omnibus, Princeps, ligato crure

nivea fascia, niveisque tunicis, niveis etiam calceis, superbiens honore divinae domus, ab universis capite est protrusus

foras.

Versione tradotta

Quando un animo vuoto preso da aria frivola si procurò una insolita fiducia, facilmente la stolta

leggerezza è portata alla derisione.
Un principe flautista fu per un poco abbastanza noto, solito dare in scena aiuto a

Batillo. Costui per caso durante i giochi, non ricordo abbastanza in quali, mentre è preso dalla macchina, cadde con grave

caduta senza aspettarselo e ruppe la tibia sinistra, avrebbe preferito perdere due destre. Alzato a mano e molto gemendo è

riportato a casa. Passano alcuni mesi, finché la cura venne a guarigione. Poiché il tipo degli spettatori è molle e scherzosa,

cominciò ad esser desiderato, ai cui suoni il vigore di chi ballava soleva infiammarsi. Un nobile aveva intenzione di indire i

giochi. Costui, poiché il principe cominciava a camminare col bastone, lo convince con ricompensa a mostrarsi soltanto lo

stesso giorno dei giochi. Appena egli giunse, il grido per il flautista freme nel teatro: alcuni lo dicono morto, alcuni che si

presenterà alla vista senza indugio. Calato il sipario, rotolati i tuoni, gli dei parlarono alla maniera tradizionale. Allora

il coro intonò un canto sconosciuto per il ritornatoda poco, il cui tenore fu questo: "Rallegrati Roma incolume, salvo il

principe". Ci si alzò tra gli applausi.Il flautista lancia baci ; pensa che i fautori si congratulino. L’orine equestre capisce

l’errore stupido e con grande risata ordina che si ripeta il cantico. Quello viene ripetuto. Il mio uomo si protende tutto sul

palco. (Ogni) cavaliere scherzando applaude. Il popolo crede che questo chieda al coro il bis. Quando però la cosa fu nota a

tutti gli spalti; il Principe, con la gamba legata da fascia bianca, con le tuniche nivee, nivei anche i sandali,

inorgogliendosi per l’onore della divina casa, da tutti fu cacciato fuori a capofitto.

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