De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 10 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 10

Postridie eius diei mane tripertito milites equitesque in expeditionem misit, ut eos qui fugerant persequerentur. His aliquantum itineris progressis cum iam extremi essent in prospectu, equites a Q. Atrio ad Caesarem venerunt, qui nuntiarent superiore nocte maxima coorta tempestate prope omnes naves adflictas atque in litus eiectas esse, quod neque ancorae funesque subsisterent neque nautae gubernatoresque vim tempestatis pati possent; itaque ex eo concursu navium magnum esse incommodum acceptum.

Versione tradotta

Il giorno seguente a quello, di mattina, fatte tre schiere, mandò in spedizione soldati e cavalieri per inseguire quelli che erano fuggiti. Avanzatisi questi un po’ di strada, mentre ormai gli ultimi erano in vista, giunsero da Cesare cavalieri da parte di Q. Atrio per dire che la notte precedente, sorta una gravissima tempesta, quasi tutte le navi erano state danneggiate e scagliate sul lido, perché ne le ancore né le funi resistevano né marinai e piloti potevano contrastare la violenza della tempesta;
così da quello scontro di navi era stato subito un grave danneggiamento.

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