Britanniae pars interior ab iis incolitur quos natos in insula ipsi memoria proditum dicunt, maritima pars ab iis qui praedae ac belli inferendi causa ex Belgio transierant – qui omnes fere iis nominibus civitatum appellantur, quibus orti ex civitatibus eo pervenerunt – et bello inlato ibi remanserunt atque agros colere coeperunt. Hominum est infinita multitudo creberrimaque aedificia fere Gallicis consimilia, pecoris numerus ingens. Utuntur aut aere aut nummo aureo aut taleis ferreis ad certum pondus examinatis pro nummo. Nascitur ibi plumbum album in mediterraneis regionibus, in maritimis ferrum, sed eius exigua est copia; aere utuntur importato. Materia cuiusque generis, ut in Gallia est praeter fagum atque abietem. Leporem et gallinam et anserem gustare fas non putant; haec tamen alunt animi voluptatisque causa. Loca sunt temperatiora quam in Gallia remissioribus frigoribus.
Versione tradotta
La parte interna della Britannia è abitata da coloro che essi stessi dicono tramandato dalla memoria esser nati nell’isola, la parte marittima da coloro erano emigrati dal Belgio per far preda e bottino – e tutti quelli si chiamano con quei nomi delle nazioni, dalle quali nazioni originari, giunsero là – e provocata la guerra sono rimasti lì e cominciarono a coltivare i campi. C’è una moltitudine infinita di uomini e densissime abitazioni quasi simili alle (abitazioni) galliche, un numero enorme di bestiame.
Usano o bronzo o moneta d’oro o verghe di ferro valutate secondo un peso preciso al posto della moneta.
Qui si trova lo stagno (piombo bianco) nelle regioni interne, nelle costiere il ferro, ma la sua quantità è esigua; usano bronzo importato.
C’è materiale di qualunque genere, come in Gallia, eccetto il faggio e l’abete.
Pensano non sia lecito assaggiare lepre, gallina, oca;
questi (animali) però li allevano per passione e piacere. I luoghi sono più moderati che in Gallia per i freddi più miti.
- Letteratura Latina
- Libro 5
- Cesare
- De Bello Gallico