Non tamen, ut paulo ante dicebam, queri possumus de auctore nostri deo,
si beneficia eius corrumpimus et ut essent contraria effecimus. Dedit ille uentos ad custodiendam caeli terrarumque temperiem,
ad euocandas supprimendasque aquas, ad alendos satorum atque arborum fructus, quos ad maturitatem cum aliis causis adducit ipsa
iactatio attrahens cibum in summa et ne torpeant permouens.
Versione tradotta
Tuttavia, come dicevo poco prima, non possiamo
lagnarci del dio nostro creatore, se roviniamo i suoi benefici ed abbiamo fatto sì che divenissero contrari. Egli diede i venti
per proteggere la giusta proporzione di cielo e terra, per muovere e placare le acque, per nutrire i frutti di piantagioni ed
alberi, che insieme con altre cause sono condotti alla maturità da quello stesso scotimento che attira il cibo sulle cose più
alte e fa sì che esse non rimangano senza vita.
- Letteratura Latina
- Quaestiones Naturales di Seneca
- Seneca