Haec civitas longe plurimum totius Galliae equitatu valet magnasque habet copias peditum Rhenumque, ut supra demonstravimus, tangit. In ea civitate duo de principatu inter se contendebant, Indutiomarus et Cingetorix. Ex quibus alter, simulatque de Caesaris legionumque adventu cognitum est, ad eum venit, se suosque omnes in officio futuros neque ab amicitia populi Romani defecturos confirmavit quaeque in Treveris gererentur, ostendit. At Indutiomarus equitatum peditatumque cogere iisque, qui per aetatem in armis esse non poterant, in silvam Arduennam abditis, quae ingenti magnitudine per medios fines Treverorum a flumine Rheno ad initium Remorum pertinet, bellum parare instituit. Sed posteaquam nonnulli principes ex ea civitate, et auctoritate Cingetorigis adducti et adventu nostri exercitus perterriti, ad Caesarem venerunt et de suis privatim rebus ab eo petere coeperunt, quoniam civitati consulere non possent, Indutiomarus veritus ne ab omnibus desereretur, legatos ad Caesarem mittit: sese idcirco ab suis discedere atque ad eum venire noluisse, quo facilius civitatem in officio contineret, ne omnis nobilitatis discessu plebs propter imprudentiam laberetur; itaque civitatem in sua potestate esse seque, si Caesar permitteret, ad eum in castra venturum et suas civitatisque fortunas eius fidei permissurum.
Versione tradotta
Questa nazione è di gran lunga la più potente di tutta la Gallia in cavalleria, ha grandi truppe di fanti e tocca, come prima dicemmo, il Reno.
In quella nazione contendevano per la supremazia due, Induziomaro e Cingetorige.
Tra questi uno, appena si seppe dell’arrivo di Cesare e delle legioni, venne da lui ed assicurò che lui e tutti i suoi sarebbero stati all’impegno e non si sarebbero allontanati dall’amicizia del popolo romano e rivelò le cose che si facevano tra i Treviri.
Ma Induziomaro decise di radunare cavalleria e fanteria e nascosti quelli che non potevano essere in armi a causa dell’età nella selva Ardenna, che per la enorme estensione attraverso i territori dei Treviri dal fiume Reno arriva all’inizio dei Remi, e preparare la guerra.
Ma dopo che alcuni capi tra quella nazione, spinti anche dal prestigio di Orgetorige ed atterriti dall’arrivo del nostro esercito, vennero da Cesare ed cominciarono a chiedergli a proposito dei loro affari in privato, poiché non potevano provvedere per la nazione, Induziomaro temendo di essere abbandonato da tutti, manda ambasciatori da Cesare: (dicendo che) lui per questo non s’era allontanato dai suoi e non era voluto venire da lui, per mantenere più facilmente nell’impegno la nazione, perché con la partenza di tutta la nobiltà la plebe per ignoranza non cadesse;
e così la nazione era in suo potere e lui, se Cesare permetteva, sarebbe venuto negli accampamenti e avrebbe affidato i beni suoi e della nazione alla sua parola.
- Letteratura Latina
- Libro 5
- Cesare
- De Bello Gallico