De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 33 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 33

Tum demum Titurius, ut qui nihil ante providisset, trepidare et concursare cohortesque disponere, haec tamen ipsa timide atque ut eum omnia deficere viderentur; quod plerumque iis accidere consuevit qui in ipso negotio consilium capere coguntur. At Cotta qui cogitasset haec posse in itinere accidere atque ob eam causam profectionis auctor non fuisset, nulla in re communi saluti deerat, et in appellandis cohortandisque militibus imperatoris et in pugna militis officia praestabat. Cum propter longitudinem agminis minus facile per se omnia obire et quid quoque loco faciendum esset providere possent, iusserunt pronuntiari, ut impedimenta relinquerent atque in orbem consisterent. Quod consilium etsi in eiusmodi casu reprehendendum non est, tamen incommode accidit. Nam et nostris militibus spem minuit et hostes ad pugnam alacriores effecit, quod non sine summo timore et desperatione id factum videbatur. Praeterea accidit – quod fieri necesse erat – ut vulgo milites ab signis discederent, quaeque quisque eorum carissima haberet, ab impedimentis petere atque arripere properaret, clamore et fletu omnia complerentur.

Versione tradotta

Allora finalmente Titurio, come chi non aveva previsto nulla prima, trepidava, correva qua e là, organizzava le coorti, tuttavia queste stesse cose timidamente e da sembrare che tutto gli veniva meno; e questo per lo più è solito accadere a quelli che sono costretti a prendere una decisione nel momento cruciale.
Ma Cotta, (come colui) che aveva riflettuto che tutte queste cose potevano capitare durante la marcia e per tale motivo non era stato l’ideatore della partenza, in nessuna cosa veniva meno alla comune salvezza, assolveva sia i compiti di comandante nel chiamare ed esortare i soldati sia di soldato, nello scontro.
Essendo meno facile per la lunghezza della schiera affrontare tutto da parte loro e non potendo provvedere a cosa si dovesse fare in ogni luogo, ordinarono di annunciare di lasciare i carriaggi e di schierarsi in cerchio. Anche se tale decisione in un caso di tal genere non è da biasimare, tuttavia accadde disastrosamente.
Infatti e diminuì la speranza per i nostri soldati e rese i nemici più arditi allo scontro, perché ciò sembrava fatto non senza grandissimo timore e disperazione.
Inoltre accadde – cosa che era necessario accadesse – che naturalmente i soldati si allontanassero dalle insegne, e le cose che ognuno considerava più care, si affrettasse a cercare e arraffare dai carriaggi, e tutto fosse pieno di grida e pianto.

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