Navem vero cybaeam maximam triremis instar, [pulcherrimam atque
ornatissimam cybaeam,] palam aedificatam sumptu publico tuo nomine, publice, sciente tota Sicilia, per magistratum senatumque
Mamertinum tibi datam donatamque esse dico. Haec navis onusta praeda Siciliensi, cum ipsa quoque esset ex praeda, simul cum
ipse decederet, adpulsa Veliam est cum plurimis rebus, et iis quas iste Romam mittere cum ceteris furtis noluit, quod erant
clarissimae maximeque eum delectabant. Eam navem nuper egomet vidi Veliae multique alii viderunt, pulcherrimam atque
ornatissimam, iudices: quae quidem omnibus qui eam aspexerant prospectare iam exsilium atque explorare fugam domini videbatur.
Versione tradotta
Io sostengo che daltronde ti
fu offerta in dono da parte di un magistrato supremo e del senato di Messina una nave da carico enorme, delle dimensioni di una
trireme, una nave da carico bellissima e perfettamente equipaggiata, costruita palesemente, a pubbliche spese, a nome tuo, per
incarico della città: e tutta quanta la Sicilia lo sapeva. Questa nave, stracarica del bottino predato in Sicilia, mentre
anchessa faceva parte precisamente di quella preda, nel momento in cui Verre lasciò lisola al termine del suo mandato, partì
con lui e approdò a Velia: il suo carico era costituito da numerosissimi oggetti, tra cui quelli che costui non volle spedire a
Roma con il resto del bottino, perché gli erano molto cari e gli procuravano grandissimo piacere. Questa nave, bellissima e
perfettamente equipaggiata, lho vista io personalmente a Velia qualche tempo fa e così lhanno vista molti altri, o giudici.
E, per la verità, a tutti coloro che avevano occasione di osservarla, essa dava già limpressione di vedere già in lontananza
lesilio del suo padrone e di volerne progettare le fuga.
- Letteratura Latina
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