De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 45 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 45

Quanto erat in dies gravior atque asperior oppugnatio et maxime, quod magna parte militum confecta vulneribus res ad paucitatem defensorum pervenerat, tanto crebriores litterae nuntiique ad Caesarem mittebantur. Quorum pars deprehensa in conspectu nostrorum militum cum cruciatu necabatur. Erat unus intus Nervius nomine Vertico, loco natus honesto, qui a prima obsidione ad Ciceronem perfugerat suamque ei fidem praestiterat. Hic servo spe libertatis magnisque persuadet praemiis, ut litteras ad Caesarem deferat. Has ille iaculo inligatas effert et Gallus inter Gallos sine ulla suspicione versatus ad Caesarem pervenit. Ab eo de periculis Ciceronis legionisque cognoscitur.

Versione tradotta

Quanto di giorno in giorno era più pesante e più aspro l’assedio e soprattutto, poiché essendo gran parte dei soldati colpita da ferite la cosa era giunta alla pochezza di difensori, tanto più frequenti lettere e messaggeri si mandavano a Cesare.
Parte di questi catturata era uccisa con tortura al cospetto dei nostri soldati.
C’era all’interno un Nervio di nome Perticone, nato da buona famiglia, che dall’inizio dell’assedio s’era rifugiato da Cicerone
e gli aveva garantito lealtà.
Costui persuade uno schiavo con la speranza della libertà e grandi premi, di portare lettere a Cesare. Egli porta le lettere legate dentro un giavellotto e comportandosi da gallo tra Galli senza nessun sospetto giunse da Cesare.
Da lui conosce dei pericoli di Cicerone e della legione.

  • Letteratura Latina
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  • Cesare
  • De Bello Gallico

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