Eo die parvulis equestribus proeliis ad aquam factis utrique se suo loco continent: Galli quod ampliores copias, quae nondum convenerant, exspectabant, Caesar si forte timoris simulatione hostes in suum locum elicere posset, ut citra vallem pro castris proelio contenderet; si id efficere non posset, ut exploratis itineribus minore cum periculo vallem rivumque transiret. Prima luce hostium equitatus ad castra accedit proeliumque cum nostris equitibus committit. Caesar consulto equites cedere seque in castra recipere iubet; simul ex omnibus partibus castra altiore vallo muniri portasque obstrui atque in his administrandis rebus quam maxime concursari et cum simulatione agi timoris iubet.
Versione tradotta
In quel giorno fatte piccole scaramucce di cavalleria vicino all’acqua, entrambi si tengono al loro posto: i Galli perché aspettavano maggiori truppe, che non erano ancora arrivate, Cesare se per caso per simulazione di paura potesse attirare verso la sua postazione i nemici, per scontarsi in battaglia davanti agli accampamenti al di qua della valle; se non potesse far ciò, (pensava) di passare la valle ed il torrente col minore pericolo, essendo stati esplorati i passaggi. Alla prima luce la cavalleria dei nemici si avvicina agli accampamenti ed attacca battaglia con i nostri cavalieri. Cesare deliberatamente ordina che i cavalieri cedano e si ritirino negli accampamenti; contemporaneamente da tutte le parti comanda che gli accampamenti siano fortificati con un trinceramento più alto e nell’eseguire queste azioni si corresse al massimo possibile qua e là e si agisse con finzione di paura.
- De Bello Gallico
- Libro 5
- Cesare
- De Bello Gallico