Quibus omnibus rebus hostes invitati copias transducunt aciemque iniquo loco constituunt, nostris vero etiam de vallo deductis propius accedunt et tela intra munitionem ex omnibus partibus coniciunt praeconibusque circummissis pronuntiari iubent, seu quis Gallus seu Romanus velit ante horam tertiam ad se transire, sine periculo licere; post id tempus non fore potestatem. Ac sic nostros contempserunt ut obstructis in speciem portis singulis ordinibus caespitum, quod ea non posse introrumpere videbantur, alii vallum manu scindere, alii fossas complere inciperent. Tum Caesar omnibus portis eruptione facta equitatuque emisso celeriter hostes in fugam dat, sic uti omnino pugnandi causa resisteret nemo, magnumque ex iis numerum occidit atque omnes armis exuit.
Versione tradotta
I nemici invitati da tutte queste cose fanno passare le truppe e schierano l’esercito in luogo sfavorevole, ma poiché i nostri si ritirano anche dal trinceramento si avvicinano di più e lanciano armi dentro la fortificazione da ogni parte e mandati araldi attorno comandano che si dica che qualunque gallo o romano volesse passare da loro prima dell’ora terza, poteva senza pericolo;
dopo quel tempo non ci sarebbe stata possibilità. E così disprezzarono i nostri che, essendo state ( da noi) costruite le porte per finta con semplici file di zolle, poiché sembrava che di là non si potesse irrompere, alcuni cominciavano a rompere il trinceramento con le mani, altri a riempire le fosse.
Allora Cesare fatta una sortita da tutte le porte e lanciata la cavalleria manda velocemente i nemici in fuga così che nessuno assolutamente resisteva per combattere, e ne uccide un gran numero e tutti li spoglia delle armi.
- Letteratura Latina
- Libro 5
- Cesare
- De Bello Gallico