De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 55 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 5 - Par. 55

Treveri vero atque Indutiomarus totius hiemis nullum tempus intermiserunt, quin trans Rhenum legatos mitterent, civitates sollicitarent, pecunias pollicerentur, magna parte exercitus nostri interfecta multo minorem superesse dicerent partem. Neque tamen ulli civitati Germanorum persuaderi potuit, ut Rhenum transiret, cum se bis expertos dicerent, Ariovisti bello et Tenctherorum transitu, non esse amplius fortunam temptaturos. Hac spe lapsus Indutiomarus nihilo minus copias cogere, exercere, a finitimis equos parare, exsules damnatosque tota Gallia magnis praemiis ad se adlicere coepit. Ac tantam sibi iam his rebus in Gallia auctoritatem comparaverat, ut undique ad eum legationes concurrerent, gratiam atque amicitiam publice privatimque peterent.

Versione tradotta

Ma i Treveri ed Induziomaro non interruppero nessun
momento dell’inverno dal mandare ambasciatori oltre il Reno, sobillare le nazioni, promettere denaro, dire che, uccisa gran parte del nostro esercito, ne rimaneva una parte molto
minore.
Ma non poté tuttavia persuadere nessuna nazione dei Germani a passare il Reno, dicendo di aver sperimentato con la guerra di Ariovisto ed il passaggio dei Tenteri, che non avrebbero più tentato la sorte.
Deluso anche da questa speranza, Induziomaro nondimeno cominciò a radunare truppe, esercitarle, procurare cavalli dai confinanti, legare a sé gli esuli ed i condannati in tutta la Gallia con grandi premi. E con queste cose ormai si era procurato in Gallia una così grande autorevolezza, che da ogni parte accorrevano ambascerie e chiedevano favore ed amicizia privatamente e pubblicamente (a nome dello stato).

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