De Bello Gallico, Libro 6 - Par. 10 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 6 - Par. 10

Interim paucis post diebus fit ab Ubiis certior Suebos omnes unum in locum copias cogere atque iis nationibus, quae sub eorum sint imperio, denuntiare, uti auxilia peditatus equitatusque mittant. His cognitis rebus rem frumentariam providet, castris idoneum locum deligit; Ubiis imperat, ut pecora deducant suaque omnia ex agris in oppida conferant, sperans barbaros atque imperitos homines inopia cibariorum adductos ad iniquam pugnandi condicionem posse deduci; mandat, ut crebros exploratores in Suebos mittant quaeque apud eos gerantur cognoscant. Illi imperata faciunt et paucis diebus intermissis referunt: Suebos omnes, posteaquam certiores nuntii de exercitu Romanorum venerint, cum omnibus suis sociorumque copiis, quas coegissent, penitus ad extremos fines se recepisse; silvam ibi esse infinita magnitudine, quae appellatur Bacenis; hanc longe introrsus pertinere et pro nativo muro obiectam Cheruscos ab Suebis Suebosque a Cheruscis iniuriis incursionibusque prohibere. Ad eius silvae initium Suebos adventum Romanorum exspectare constituisse.

Versione tradotta

Intanto dopo pochi giorni viene informato dagli Ubi che gli Svevi radunano tutte le truppe in uno stesso luogo e ordinano alle nazioni che sono sotto il loro potere di inviare aiuti di fanteria e di cavalleria. Conosciute queste cose provvede il vettovagliamento, sceglie un luogo adatto per gli accampamenti; ordina agli Ubi di portare via le mandrie e di radunare tutte le loro cose dai campi in città, sperando che uomini barbari ed inesperti spinti dalla mancanza delle cibarie possano essere indotti ad una sfavorevole condizione di combattere; comanda di inviare continui esploratori dagli Svevi e sapere le cose che si fanno presso di loro. Essi eseguono i comandi e trascorsi pochi giorni riferiscono: (che) tutti gli Svevi, dopo che erano giunte notizie piuttosto sicure sull’esercito dei Romani, con tutte le truppe loro e degli alleati, che avevano radunato, si erano raccolti completamente agli estremi confini; lì c’era una selva di infinita grandezza, che si chiama Baceni; questa si estende molto all’interno e gettata come un muro naturale blocca da danneggiamenti ed incursioni i Cherusci dagli Svevi e gli Svevi dai Cherusci. All’inizio di quella selva gli Svevi avevano deciso di aspettare l’arrivo dei Romani.

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