Galli se omnes ab Dite patre prognatos praedicant idque ab druidibus proditum dicunt. Ob eam causam spatia omnis temporis non numero dierum, sed noctium finiunt; dies natales et mensum et annorum initia sic observant, ut noctem dies subsequatur. In reliquis vitae institutis hoc fere ab reliquis differunt, quod suos liberos, nisi cum adoleverunt ut munus militiae sustinere possint, palam ad se adire non patiuntur filiumque puerili aetate in publico in conspectu patris adsistere turpe ducunt.
Versione tradotta
I Galli proclamano di essere nati tutti da Dite e dicono che ciò è stato tramandato dai druidi. Per tale motivo definiscono gli spazi di tutto il tempo non col numero dei giorni, ma delle notti; i giorni natalizi e gli inizi dei mesi e degli anni li celebrano così che il giorno venga dopo la notte. Nelle altre istituzioni della vita in questo un poco differiscono dagli altri, per il fatto che non tollerano che i loro figli vadano da loro in pubblico, se non quando sono cresciuti da poter sostenere il dovere della vita militare e reputano disdicevole che un figlio in età da bambino appaia in pubblico alla presenza del padre.
- Letteratura Latina
- Libro 6
- Cesare
- De Bello Gallico