De Bello Gallico, Libro 6 - Par. 20 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 6 - Par. 20

Quae civitates commodius suam rem publicam administrare existimantur, habent legibus sanctum, si quis quid de re publica a finitimis rumore ac fama acceperit, uti ad magistratum deferat neve cum quo alio communicet, quod saepe homines temerarios atque imperitos falsis rumoribus terreri et ad facinus impelli et de summis rebus consilium capere cognitum est. Magistratus quae visa sunt occultant, quae esse ex usu iudicaverunt, multitudini produnt. De re publica nisi per concilium loqui non conceditur.

Versione tradotta

Le nazioni che sono stimate amministrare meglio il loro stato, hanno sancito per legge che, se uno ha saputo qualcosa dai confinanti sullo stato da notizia e voce, lo riferisca al magistrato e non lo comunichi con un altro, poiché è risaputo che uomini imprudenti ed inesperti si spaventano per false chiacchiere e sono indotti a mala azione e prendere decisione su cose importantissime. I magistrati segregano quello che è parso (giusto) e rivelano alla folla quello che hanno giudicato essere di utilità.
Sullo stato non è concesso parlare se non per mezzo dell’assemblea.

  • Letteratura Latina
  • Libro 6
  • Cesare
  • De Bello Gallico

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