Basilus ut imperatum est facit. Celeriter contraque omnium opinionem confecto itinere multos in agris inopinantes deprehendit. Eorum indicio ad ipsum Ambiorigem contendit, quo in loco cum paucis equitibus esse dicebatur. Multum cum in omnibus rebus, tum in re militari potest Fortuna. Nam magno accidit casu, ut in ipsum incautum etiam atque imparatum incideret, priusque eius adventus ab omnibus videretur, quam fama ac nuntius adferretur, sic magnae fuit fortunae omni militari instrumento quod circum se habebat erepto raedis equisque comprehensis ipsum effugere mortem. Sed hoc factum est, quod aedificio circumdato silva, ut sunt fere domicilia Gallorum, qui vitandi aestus causa plerumque silvarum ac fluminum petunt propinquitates, comites familiaresque eius angusto in loco paulisper equitum nostrorum vim sustinuerunt. His pugnantibus illum in equum quidam ex suis intulit, fugientem silvae texerunt. Sic et ad subeundum periculum et ad vitandum multum Fortuna valuit.
Versione tradotta
Basilo fa come è stato comandato. Effettuata la marcia velocemente e contro l’aspettativa di tutti, sorprende molti che no sospettavano nei campi.
Con la loro indicazione si dirige contro lo stesso Ambiorige, nel luogo in cui si diceva che fosse con pochi soldati. Molto sia in tutte le cose, sia in tattica militare può la (dea) Fortuna. Infatti accadde per grande casualità, che capitasse proprio su di lui incauto e pure impreparato, e che il suo arrivo fosse visto da tutti prima che la fama e la notizia venisse arrecata, e così di grande fortuna, tolto ogni apparato militare che aveva attorno a sé, essendo stati catturati carri e cavalli, che lui sfuggisse alla morte. Ma questo avvenne perché, essendo l’abitazione circondata da una selva, come sono per lo più le case dei Galli, che per evitare il caldo generalmente cercano le vicinanze di selve e fiumi, i suoi compagni e famigliari in un luogo ristretto sostennero un poco l’attacco dei nostri cavalieri. Mentre questi combattevano, uno dei suoi lo mise a cavallo, le selve lo protessero. Così sia per affrontare il pericolo sia per evitarlo molto valse la (dea) Fortuna.
- Letteratura Latina
- Libro 6
- Cesare
- De Bello Gallico