Caesar rursus ad vexandos hostes profectus magno coacto equitum numero ex finitimis civitatibus in omnes partes dimittit. Omnes vici atque omnia aedificia quae quisque conspexerat incendebantur, pecora interficiebantur, praeda ex omnibus locis agebatur; frumenta non solum a tanta hominum iumentorumque multitudine consumebantur, sed etiam anni tempore atque imbribus procubuerant, ut si qui etiam in praesentia se occultassent, tamen his deducto exercitu rerum omnium inopia pereundum videretur. Ac saepe in eum locum ventum est tanto in omnes partes dimisso equitatu, ut modo visum ab se Ambiorigem in fuga circumspicerent captivi nec plane etiam abisse ex conspectu contenderent, ut spe consequendi inlata atque infinito labore suscepto, qui se summam a Caesare gratiam inituros putarent, paene naturam studio vincerent, semperque paulum ad summam felicitatem defuisse videretur, atque ille latebris aut silvis aut saltibus se eriperet et noctu occultatus alias regiones partesque peteret non maiore equitum praesidio quam quattuor, quibus solis vitam suam committere audebat.
Versione tradotta
Cesare di nuovo partito per devastare i nemici, radunato un gran numero di cavalieri dalle città confinanti, le manda in tutte le parti. Tutti i villaggi e tutte le abitazioni, che uno aveva visto, erano incendiati, le mandrie uccise, da tutti i luoghi si portava bottino; i cereali non solo da una così grande quantità di uomini e di giumenti erano rovinati, ma erano anche cadute per la stagione dell’anno e per le piogge, tanto che se alcuni al momento si fossero nascosti, da parte di questi, passato l’esercito, sembrava che si dovesse morire per la scarsità di tutte le cose. E spesso si giunse a tal punto, mentre era inviato in tutte le parti una così grande cavalleria, che i prigionieri vedevano attorno Ambiorige appena visto da loro in fuga e sostenevano che non era ancora del tutto scappato dalla vista, tanto che presa la speranza di raggiungerlo e intrapresa l’infinita fatica, quelli che pensavano che avrebbero incontrato la somma riconoscenza di Cesare, quasi vincevano la natura con l’impegno, e sembravano esser mancati per poco alla massima fortuna, e quello si sottraeva in nascondigli o selve o gole e nascostosi di notte si dirigeva in altre regioni e parti con una guardia (del corpo) non maggiore di quattro (uomini), ai quali soli osava affidare la sua vita.
- Letteratura Latina
- Libro 6
- Cesare
- De Bello Gallico