Eneide, Libro 6, traduzione vv. 426-449 - Studentville

Eneide, Libro 6, traduzione vv. 426-449

Continuo auditae voces vagitus et ingens
infantumque animae flentes, in limine primo
quos dulcis vitae

exsortis et ab ubere raptos
abstulit atra dies et funere mersit acerbo;
hos iuxta falso damnati crimine mortis.
nec

vero hae sine sorte datae, sine iudice, sedes:
quaesitor Minos urnam movet; ille silentum
consiliumque vocat vitasque

et crimina discit.
proxima deinde tenent maesti loca, qui sibi letum
insontes peperere manu lucemque perosi

proiecere animas. quam vellent aethere in alto
nunc et pauperiem et duros perferre labores.
fas obstat, tristisque

palus inamabilis undae
alligat et novies Styx interfusa coercet.
nec procul hinc partem fusi monstrantur in omnem

Lugentes campi; sic illos nomine dicunt.
hic quos durus amor crudeli tabe peredit
secreti celant calles et myrtea

circum
silva tegit; curae non ipsa in morte relinquunt.
his Phaedram Procrinque locis maestamque Eriphylen
crudelis

nati monstrantem vulnera cernit,
Evadnenque et Pasiphaen; his Laodamia
it comes et iuvenis quondam, nunc femina,

Caeneus
rursus et in veterem fato revoluta figuram.

Versione tradotta

Subito si udirono voci ed un enorme vagito
i infanti, anime piangenti, sul far della soglia:
un nero

giorno li strappò, privi della dolce vita
e rapiti dalla poppa li sommerse con morte acerba.
Vicinia questi i condannati

a morte ingiustamente:
Ma questi luoghi non furono dati senza sorte, senza giudice.
Minosse inquisitore scuote l'urna:

egli convoca
l'assemblea dei silenziosi, indaga vite e crimini.
Poi mesti occupano i luoghi vicini, quelli che

innocenti
di propria mano si procurarono la morte, odiando la luce,
buttarono via le anime.Come vorrebbero ora

sopportare
nell'aria superiore la povertà e dure fatiche.
Il fato si oppone, la triste palude dell'onda

odiata
li lega e lo Stige che scorre attorno nove volte, li blocca.
Non lontano di qui, sparsi in ogni parte, si

mostrano
Le pianure piangenti così li chiamano di nome.
Qui segreti sentieri nascondono quelli che il duro

amore
consumò con crudele malattia: una selva di mirti attorno
li copre; nella stessa morte gli affanni non li

lasciano.
In questi luoghi vede Fedra, Procri e la mesta Eufile,
che mostra le ferite del figlio crudele,
Evadne e

Pasifae: con questi Laodamia
va come compagna e Ceuco, un tempo giovanotto, ora donna,
ritornato per fato nell'antico

aspetto.

  • Letteratura Latina
  • Libro 6
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti