Eneide, Libro 6, traduzione vv. 637-678 - Studentville

Eneide, Libro 6, traduzione vv. 637-678

His demum exactis, perfecto munere divae,

devenere locos laetos et amoena virecta
fortunatorum nemorum sedesque beatas.
largior hic campos aether et lumine

vestit
purpureo, solemque suum, sua sidera norunt.
pars in gramineis exercent membra palaestris,
contendunt ludo et

fulva luctantur harena;
pars pedibus plaudunt choreas et carmina dicunt.
nec non Threicius longa cum veste sacerdos

obloquitur numeris septem discrimina vocum,
iamque eadem digitis, iam pectine pulsat eburno.
hic genus antiquum

Teucri, pulcherrima proles,
magnanimi heroes nati melioribus annis,
Ilusque Assaracusque et Troiae Dardanus auctor.

arma procul currusque virum miratur inanis;
stant terra defixae hastae passimque soluti
per campum pascuntur equi.

quae gratia currum
armorumque fuit vivis, quae cura nitentis
pascere equos, eadem sequitur tellure repostos.

conspicit, ecce, alios dextra laevaque per herbam
vescentis laetumque choro paeana canentis
inter odoratum lauris

nemus, unde superne
plurimus Eridani per silvam volvitur amnis.
hic manus ob patriam pugnando vulnera passi,
quique

sacerdotes casti, dum vita manebat,
quique pii vates et Phoebo digna locuti,
inventas aut qui vitam excoluere per artis

quique sui memores aliquos fecere merendo:
omnibus his nivea cinguntur tempora vitta.
quos circumfusos sic est

adfata Sibylla,
Musaeum ante omnis medium nam plurima turba
hunc habet atque umeris exstantem suspicit altis:

‘dicite, felices animae tuque optime vates,
quae regio Anchisen, quis habet locus? illius ergo
venimus et magnos

Erebi tranavimus amnis.’
atque huic responsum paucis ita reddidit heros:
‘nulli certa domus; lucis habitamus

opacis,
riparumque toros et prata recentia rivis
incolimus. sed vos, si fert ita corde voluntas,
hoc superate

iugum, et facili iam tramite sistam.’
dixit, et ante tulit gressum camposque nitentis
desuper ostentat; dehinc summa

cacumina linquunt.

Versione tradotta

Compiuti

dunque i riti, consegnato il dono alla dea,
giunsero ai luoghi ridenti, alle amene verzure,
le sedi beate dei boschi

fortunati:
Qui l'aria è più pura e veste di luce purpurea
le pianure, vedono un loro sole e stelle loro.
Alcuni

esercitano le membra in palestre erbose,
si sfidano nel gioco e lottano su bionda sabbia,
altri ritmano coi piedi le

danze e cantano canzoni.
Inoltre un sacerdote Trace con lunga veste
suona con ritmo le sette corde dei suoni,
e le

tocca ora con le dita, ora col plettro d'avorio.
Qui è l'antica stirpe di Teucro, bellissima prole,
magnanimi eroi,

nati in tempi migliori,
Ilo, Assaraco ed il fondatore di Troia Dardano.
Ammira le armi ed i cocchi vuoti degli

eroi,
le lance stanno piantate per terra e qua e là sciolti
i cavalli pascolano per la pianura. Quell'amore dei

carri
e delle armi che ebbero da vivi, la passione di pascere cavalli
splendenti, la stessa li segue, ora coperti dalla

terra.
Ecco vede altri a destra ed a sinistra tra l'erbe
banchettare ed in coro cantare un allegro inno
dentro un

bosco odoroso d'alloro: di là verso l'alto
score attraverso la selva il ricchissimo fiume dell'Eridano.
Qui, a

schiera, quelli che soffrirono ferite combattendo per la
patria, quei sacerdoti puri, mentre la vita scorreva,
quei

profeti pii, che espressero cose vere per Febo,
o quelli che coltivarono la vita attraverso arti inventate
e quelli che

si resero memori beneficando gli altri;
per tutti questi le tempie sono cinte di candida benda.
Ad essi stretti intorno,

così parlò la Sibilla:
anzitutto a Museo, una foltissima folla lo preme
in mezzo, ammira lui che sovrasta per le alte

spalle:
"Dite, felici anime, e tu, ottimo poeta,
quale ambiente, quale luogo trattiene Anchise? Per lui
venimmo e

passammo i grandi fiumi di Erebo":
Ed a lei così l'eroe diede risposta con poche (parole):
"Nessuno ha dimora precisa:

dimoriamo per boschi ombrosi,
abitiamo i giacigli delle rive ed i freschi prati
di ruscelli: Ma voi, se così la volontà

vuole nel cuore,
superate questa altura e vi porrò subito su facile percorso":
Disse e portò avanti il passo:

dall'alto mostra
pianure splendenti: poi lasciano la sommità della cima.

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