De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 13 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 13

Caesar ex castris equitatum educi iubet proeliumque equestre

committit; laborantibus iam suis Germanos equites circiter cccc submittit, quos ab initio secum habere instituerat. Eorum

impetum Galli sustinere non potuerunt atque in fugam coniecti multis amissis se ad agmen receperunt. Quibus profligatis rursus

oppidani perterriti comprehensos eos, quorum opera plebem concitatam existimabant, ad Caesarem perduxerunt seseque ei

dediderunt. Quibus rebus confectis Caesar ad oppidum Avaricum, quod erat maximum munitissimumque in finibus Biturigum atque

agri fertilissima regione, profectus est, quod eo oppido recepto civitatem Biturigum se in potestatem redacturum

confidebat.

Versione tradotta

Cesare comanda di far

uscire la cavalleria dagli accampamenti ed attacca uno scontro di cavalleria; essendo i suoi ormai in difficoltà, invia circa

400 cavalieri germani, che aveva deciso di tenere con sé dall’inizio.
I Galli non poterono sostenere il loro attacco e

cacciati in fuga, perduti molti, si rifugiarono presso la schiera.
Essendo stati essi ricacciati, i cittadini di nuovo

atterriti condussero da Cesare dopo averli catturati quelli per la cui opera pensavano che il popolo fosse stato sobillato, e

si consegnarono a lui. Concluse queste cose, Cesare partì per la città di Avarico, che era la più importante e la più

fortificata nei territori dei Biturigi ed in una regione fertilissima di terreno, perché confidava che, presa quella città,

egli avrebbe ridotto in (suo) potere la nazione dei Biturigi.

  • Letteratura Latina
  • Libro 7
  • Cesare
  • De Bello Gallico

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti