Vercingetorix tot
continuis incommodis Vellaunoduni, Cenabi, Novioduni acceptis suos ad concilium convocat. Docet longe alia ratione esse bellum
gerendum atque antea gestum sit; omnibus modis huic rei studendum, ut pabulatione et commeatu Romani prohibeantur. Id esse
facile, quod equitatu ipsi abundent et quod anni tempore subleventur. Pabulum secari non posse; necessario dispersos hostes ex
aedificiis petere; hos omnes cotidie ab equitibus deleri posse. Praeterea salutis causa rei familiaris commoda neglegenda;
vicos atque aedificia incendi oportere hoc spatio obvia quoque versus, quo pabulandi causa adire posse videantur. Harum ipsis
rerum copiam suppetere, quod quorum in finibus bellum geratur, eorum opibus subleventur; Romanos aut inopiam non laturos aut
magno cum periculo longius a castris processuros; neque interesse ipsosne interficiant impedimentisne exuant, quibus amissis
bellum geri non possit. Praeterea oppida incendi oportere, quae non munitione et loci natura ab omni sint periculo tuta, ne
suis sint ad detractandam militiam receptacula neu Romanis proposita ad copiam commeatus praedamque tollendam. Haec si gravia
aut acerba videantur, multo illa gravius aestimari debere liberos coniuges in servitutem abstrahi, ipsos interfici; quae sit
necesse accidere victis.
Versione tradotta
Vercingetorige, ricevuti tanti
continui insuccessi a Vellaunoduno, a Cenabo, a Novioduno, chiama i suoi ad un’assemblea.
Dichiara che bisogna fare la
guerra assolutamente con un’altra strategia di quanto sia stato fatto prima; in tutti i modi bisogna impegnarsi in questa cosa,
per impedire i Romani da pascolo e vettovagliamento. Ciò è facile, perché essi abbondano di cavalleria e sono aiutati dal
periodo dell’anno.
Non si può tagliare il foraggio; necessariamente i nemici dispersi lo cercano dalle abitazioni; tutti
questi quotidianamente possono esser annientati.
Inoltre per la salvezza bisogna trascurare i vantaggi del bene famigliare;
occorre che siano incendiati villaggi ed abitazioni accessibili in questo spazio in ogni direzione, dove sembri si possa
andare per foraggiare. La disponibilità di queste cose viene assicurata ad essi, perché sono aiutati dai mezzi di coloro nei
cui territori si faccia la guerra; i Romani o non sopporteranno la mancanza o con grande pericolo s’allontaneranno dagli
accampamenti; ad essi non interessa se ucciderli o spogliarli dei carriaggi, perduti i quali, non si può fare la guerra.
Inoltre occorre che siano incendiate le città, che non sono sicure da ogni pericolo per fortificazione e natura del luogo,
perché non siano rifugio ai loro per rifiutare il servizio militare né siano offerti ai Romani per prendere quantità di
vettovagliamento e preda. Se queste cose sembrano pesanti e dure, si doveva stimare più pesantemente quelle cose: che figli e
mogli siano strappati in schiavitù, essi stessi uccisi; cose che è necessario accadere per i vinti.
- De Bello Gallico
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico