Omnium consensu hac sententia probata uno die amplius xx
urbes Biturigum incenduntur. Hoc idem fit in reliquis civitatibus. In omnibus partibus incendia conspiciuntur. Quae etsi magno
cum dolore omnes ferebant, tamen hoc sibi solacii proponebant, quod se prope explorata victoria celeriter amissa recuperaturos
confidebant. Deliberatur de Avarico in communi concilio, incendi placeat an defendi. Procumbunt omnibus Gallis ad pedes
Bituriges, ne pulcherrimam prope Galliae totius urbem, quae et praesidio et ornamento sit civitati, suis manibus succendere
cogerentur; facile se loci natura defensuros dicunt, quod prope ex omnibus partibus flumine et palude circumdata unum habeat et
perangustum aditum. Datur petentibus venia dissuadente primo Vercingetorige, post concedente et precibus ipsorum et
misericordia vulgi. Defensores oppido idonei deliguntur.
Versione tradotta
Col consenso di
tutti, approvata questa idea in un solo giorno più di 20 città dei Biturigi sono incendiate.
La stessa cosa avviene nelle
altre nazioni.
In tutte le parti si vedono incendi.
Anche se queste cose tutti le sopportavano con grande dolore,
tuttavia questo di sollievo si proponevano, il fatto che, quasi con una vittoria intravista, confidavano di recuperare
velocemente le cose perdute. Si decide su Avarico nell’assemblea comune se si stabilisca di incendiarla o difenderla.
I
Biturigi si gettano ai piedi di tutti i Galli, perché la città quasi più bella di tutta la Gallia, che è di difesa e di
prestigio per la nazione, non siano costretti ad incendiarla con le proprie mani; dicono che l’avrebbero difesa con la natura
del luogo, perché circondata quasi da tutte le parti da un fiume e da una palude ha un solo accesso e strettissimo.
Si dà
l’autorizzazione ai richiedenti, mentre inizialmente Vercingetorige disapprova e poi accorda sia per le loro preghiere che per
pietà del popolo. Si scelgono difensori adatti per la città.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico