De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 18 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 18

Cum iam muro turres adpropinquassent, ex captivis Caesar cognovit Vercingetorigem consumpto pabulo

castra movisse propius Avaricum atque ipsum cum equitatu expeditisque, qui inter equites proeliari consuessent, insidiandi

causa eo profectum, quo nostros postero die pabulatum venturos arbitraretur. Quibus rebus cognitis media nocte silentio

profectus ad hostium castra mane pervenit. Illi celeriter per exploratores adventu Caesaris cognito carros impedimentaque sua

in artiores silvas abdiderunt, copias omnes in loco edito atque aperto instruxerunt. Qua re nuntiata Caesar celeriter sarcinas

conferri, arma expediri iussit.

Versione tradotta

Essendosi le torri ormai

avvicinate al muro, Cesare seppe dai prigionieri che Vercingetorige, finito il foraggio, aveva mosso gli accampamenti più

vicino ad Avarico e lui con la cavalleria e fanti (armati alla leggera), che erano soliti combattere tra i cavalieri era

partito per fare un agguato là, dove pensava che il giorno seguente i nostri sarebbero andati per foraggiare.
Sapute queste

cose, a mezzanotte, partito in silenzio, al mattino giunse agli accampamenti dei nemici.
Essi conosciuto velocemente l’

arrivo di Cesare per mezzo degli esploratori, nascosero i carri e le loro salmerie in selve piuttosto folte, schierarono tutte

le truppe in luogo sopraelevato ed aperto.
Riferita tale cosa, Cesare comandò che si riunissero velocemente i bagagli, di

preparare le armi.

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