Muri autem omnes Gallici hac fere forma sunt. Trabes derectae perpetuae in longitudinem paribus intervallis,
distantes inter se binos pedes, in solo conlocantur. Hae revinciuntur introrsus et multo aggere vestiuntur, ea autem quae
diximus intervalla grandibus in fronte saxis effarciuntur. His conlocatis et coagmentatis alius insuper ordo additur, ut idem
illud intervallum servetur, neque inter se contingant trabes, sed paribus intermissae spatiis singulae singulis saxis
interiectis arte contineantur. Sic deinceps omne opus contexitur, dum iusta muri altitudo expleatur. Hoc cum in speciem
varietatemque opus deforme non est alternis trabibus ac saxis, quae rectis lineis suos ordines servant, tum ad utilitatem et
defensionem urbium summam habet opportunitatem, quod et ab incendio lapis et ab ariete materia defendit, quae perpetuis
trabibus pedesquadragenos plerumque introrsus revincta neque perrumpi neque distrahi potest.
Versione tradotta
Tutte le mura galliche sono presso a poco di questa
forma.
Travi continue perpendicolari sono poste sul suolo
in lunghezza a pari intervalli, distanti tra loro
due
piedi. Queste sono legate all’interno e rivestite di molto terrapieno, poi quegli intervalli che dicemmo sono riempiti
di fronte con grandi massi. Collocati questi e congiunti, sopra si aggiunge un’altra serie, sicché si conservi quello stesso
intervallo e che le travi non si tocchino tra loro, ma dislocate a pari spazi siano tenute ognuna sui singoli massi
posti.
Così poi tutta l’opera viene costruita, fin che si completi la giusta altezza del muro.
Questa opera da una parte
non è brutta per l’aspetto e la varietà con alterne travi e macigni, che conservano le loro file con linee rette, dall’altra ha
un’ottima opportunità per l’utilità e la difesa delle città, perché la pietra difende dall’incendio ed il materiale da (i
colpi de) l’ariete, e tale materiale legato all’interno da travi per lo più lunghe quaranta piedi non si può spezzare né
staccare.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico