De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 31 - Studentville

De Bello Gallico, Libro 7 - Par. 31

Nec minus quam est pollicitus Vercingetorix animo laborabat, ut reliquas civitates adiungeret, atque earum

principes donis pollicitationibusque adliciebat. Huic rei idoneos homines deligebat, quorum quisque aut oratione subdola aut

amicitia facillime capi posset. Qui Avarico expugnato refugerant, armandos vestiendosque curat; simul ut deminutae copiae

redintegrarentur, imperat certum numerum militum civitatibus, quem et quam ante diem in castra adduci velit, sagittariosque

omnes, quorum erat permagnus in Gallia numerus, conquiri et ad se mitti iubet. His rebus celeriter id, quod Avarici deperierat,

expletur. Interim Teutomatus, Olloviconis filius, rex Nitiobrogum, cuius pater ab senatu nostro amicus erat appellatus, cum

magno equitum suorum numero et quos ex Aquitania conduxerat ad eum pervenit.

Versione tradotta

Non meno di quanto ha promesso Vercingetorige col pensiero

si arrovellava per alleare altre nazioni e adescava i loro capi con doni e promesse.
Per questa cosa sceglieva uomini

adatti, ognuno dei quali poteva essere catturato molto facilmente o con un discorso subdolo o con l’amicizia. Quelli che erano

scampati da Avarico espugnata, si preoccupa di armarli e vestirli; contemporaneamente perché le truppe diminuite fossero

rimpiazzate, ordina alle nazioni un preciso numero di soldati, che vuole sia condotto negli accampamenti ed entro quale data, e

comanda che tutti gli arcieri, di cui in Gallia c’era un grandissimo numero, siano ricercati e mandati da lui. Con queste cose

viene risarcito ciò che ad Avarico era andato perduto. Intanto Teutomato, figlio di Ollovicone, re dei Nitiobrogi, il cui padre

era stato nominato dal senato amico del popolo romano, con un gran numero di suoi cavalieri e che aveva guidato dall’Aquitania,

giunse da lui.

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