Interim ii qui ad alteram partem oppidi, ut supra demonstravimus, munitionis causa
convenerant, primo exaudito clamore, inde etiam crebris nuntiis incitati oppidum ab Romanis teneri, praemissis equitibus magno
cursu eo contenderunt. Eorum ut quisque primus venerat, sub muro consistebat suorumque pugnantium numerum augebat. Quorum cum
magna multitudo convenisset, matres familiae quae paulo ante Romanis de muro manus tendebant, suos obtestari et more Gallico
passum capillum ostentare liberosque in conspectum proferre coeperunt. Erat Romanis nec loco nec numero aequa contentio; simul
et cursu et spatio pugnae defatigati non facile recentes atque integros sustinebant.
Versione tradotta
Intanto quelli che erano andati, come prima
dicemmo, all’altra parte della città per la fortificazione, sentito il primo urlo, poi anche spinti dalle continue notizie che
la città era occupata dai Romani, mandati avanti i cavalieri di gran corsa si
diressero là.
E come ognuno di essi era
arrivato (per primo), si fermava sotto il muro ed aumentava il numero dei combattenti.
Ed essendone giunta una grande
moltitudine, le madri di famiglia che poco prima tendevano dal muro le mani ai Romani, cominciarono a scongiurare i loro e
secondo il costume gallico a mostrare la chioma sciolta e presentare i figli alla vista.
I Romani non avevano né per luogo
né per numero uno scontro pari; simultaneamente stanchi per la corsa ed il tempo della battaglia non sostenevano facilmente i
(nemici) freschi ed integri
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico