Hac
habita contione et ad extremam orationem confirmatis militibus, ne ob hanc causam animo permoverentur neu, quod iniquitas loci
attulisset, id virtuti hostium tribuerent, eadem de profectione cogitans, quae ante senserat, legiones ex castris eduxit
aciemque idoneo loco constituit. Cum Vercingetorix nihilo minus intra munitiones remaneret neque in aequum locum descenderet,
levi facto equestri proelio, atque eo secundo, in castra exercitum reduxit. Cum hoc idem postero die fecisset, satis ad
Gallicam ostentationem minuendam militumque animos confirmandos factum existimans in Haeduos movit castra. Ne tum quidem
insecutis hostibus tertio die ad flumen Elaver pontem reficit eoque exercitum traducit.
Versione tradotta
Tenuto questa assemblea ed alla
fine del discorso, incoraggiati i soldati, perché a tale motivo si turbassero nell’animo e, quello che l’avversità del luogo
aveva prodotto, ciò non lo attribuissero al valore dei nemici, pensando sulla partenza stessa, che prima aveva meditato, fece
uscire le legioni dagli accampamenti e schierò l’esercito in luogo adatto. Rimanendo Vercingetorige non di meno dentro le
fortificazioni e non scendendo in luogo favorevole, fatto in lieve scontro di cavalleria, e quello positivo, riportò l’esercito
negli accampamenti. Avendo fatto questo anche il giorno dopo, pensando fosse stato fatto abbastanza per diminuire la
tracotanza gallica e rassicurare gli animi dei soldati, levò gli accampamenti verso gli Edui. Poiché neppure allora i nemici
seguivano, al terzo giorno ricostruì i ponti sul fiume Elavere (odierno Aller) e su di esso fece passare l’esercito.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico