Iam Caesar a Gergovia discessisse audiebatur, iam
de Haeduorum defectione et secundo Galliae motu rumores adferebantur, Gallique in conloquiis interclusum itinere et Ligeri
Caesarem inopia frumenti coactum in provinciam contendisse confirmabant. Bellovaci autem defectione Haeduorum cognita, qui iam
ante erant per se infideles, manus cogere atque aperte bellum parare coeperunt. Tum Labienus tanta rerum commutatione longe
aliud sibi capiendum consilium, atque antea senserat, intellegebat neque iam, ut aliquid adquireret proelioque hostes
lacesseret, sed ut incolumem exercitum Agedincum reduceret, cogitabat. Namque altera ex parte Bellovaci, quae civitas in Gallia
maximam habet opinionem virtutis, instabant, alteram Camulogenus parato atque instructo exercitu tenebat; tum legiones a
praesidio atque impedimentis interclusas maximum flumen distinebat. Tantis subito difficultatibus obiectis ab animi virtute
auxilium petendum videbat.
Versione tradotta
Ormai si sentiva che Cesare era partito da
Gergovia, ormai si riferivano voci sulla ribellione degli Edui e di un secondo moto della Gallia, ed i Galli nei discorsi
assicuravano che Cesare era stato bloccato dalla marcia e dal (passaggio del)la Loira e costretto dalla fame si era diretto in
provincia.
I Bellovaci conosciuta la ribellione degli Edui, che da prima erano per se stessi non fidati, cominciarono a
raccogliere squadre e preparare apertamente la guerra. Allora Labieno in così grande cambiamento di cose capiva che egli doveva
intraprendere un piano molto diverso di come prima aveva pensato e non pensava più, di escogitare qualcosa e provocare i nemici
allo scontro, ma di riportare l’esercito incolume ad Agedinco.
Infatti da una parte i Bellovaci, nazione che in Gallia ha
una grandissima fama di valore, incalzavano, Camulogeno teneva l’altra (parte), pronto e schierato l’esercito; inoltre un
grandissimo fiume teneva separate le legioni dalla guarnigione e dalle salmerie. Presentatesi improvvisamente così gravi
difficoltà vedeva che bisognava chiedere aiuto dal coraggio dell’animo.
- De Bello Gallico
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico