Eo cum esset
ventum, exploratores hostium, ut omni fluminis parte erant dispositi, inopinantes, quod magna subito erat coorta tempestas, a
nostris opprimuntur; exercitus equitatusque equitibus Romanis administrantibus, quos ei negotio praefecerat, celeriter
transmittitur. Uno fere tempore sub lucem hostibus nuntiatur in castris Romanorum praeter consuetudinem tumultuari et magnum
ire agmen adverso flumine sonitumque remorum in eadem parte exaudiri et paulo infra milites navibus transportari. Quibus rebus
auditis, quod existimabant tribus locis transire legiones atque omnes perturbatos defectione Haeduorum fugam parare, suas
quoque copias in tres partes distribuerunt. Nam praesidio e regione castrorum relicto et parva manu Metlosedum versus missa,
quae tantum progrederetur, quantum naves processissent, reliquas copias contra Labienum duxerunt.
Versione tradotta
Poiché si era giunti là, gli esploratori dei nemici, dato
che erano disposti in ogni parte del fiume, senza accorgersene, poiché era scoppiata improvvisamente una grande tempesta, sono
sbaragliati sai nostri; l’esercito e la cavalleria, organizzando (tutto) i cavalieri romani, che aveva messo a capo di quella
impresa, rapidamente è fatto passare. Quasi nello stesso tempo verso mattino viene annunciato ai nemici che negli accampamenti
dei Romani c’era strepito fuori dell’ordinario ed una grande schiera andava in senso opposto al fiume e si sentiva un rumore di
remi nella stessa parte e poco sotto i soldati erano trasportati dalle navi.
Sentite tali cose, poiché pensavano che le
legioni passavano in tre luoghi e tutti scompigliati per la ribellione degli Edui preparavano la fuga, distribuirono pure le
loro truppe in tre parti. Infatti lasciata una guarnigione di fronte agli accampamenti e mandata una piccola squadra verso
Metlosedo, che avanzava tanto quanto le navi erano procedute, portarono le altre truppe contro Labieno.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico