Defectione Haeduorum cognita bellum augetur. Legationes in omnes
partes circummittuntur; quantum gratia, auctoritate, pecunia valent, ad sollicitandas civitates nituntur; nacti obsides, quos
Caesar apud eos deposuerat, horum supplicio dubitantes territant. Petunt a Vercingetorige Haedui, ut ad se veniat rationesque
belli gerendi communicet; re impetrata contendunt, ut ipsis summa imperii tradatur. Re in controversiam deducta totius Galliae
concilium Bibracte indicitur. Conveniunt undique frequentes. Multitudinis suffragiis res permittitur; ad unum omnes
Vercingetorigem probant imperatorem. Ab hoc concilio Remi, Lingones, Treveri afuerunt, illi quod amicitiam Romanorum
sequebantur, Treveri quod aberant longius et a Germanis premebantur, quae fuit causa quare toto abessent bello et neutris
auxilia mitterent. Magno dolore Haedui ferunt se deiectos principatu, queruntur fortunae commutationem et Caesaris in se
indulgentiam requirunt neque tamen suscepto bello suum consilium ab reliquis separare audent. Inviti summae spei adulescentes
Eporedorix et Viridomarus Vercingetorigi parent.
Versione tradotta
Conosciuta la ribellione degli
Edui si accresce la guerra. Si mandano ambascerie in tutte le parti; per quanto sono potenti per credito, prestigio, denaro si
impegnano per sobillare le nazioni; ottenuti gli ostaggi, che Cesare aveva dislocato presso di loro, terrorizzano quelli che
esitano con la loro tortura. Gli Edui chiedono a Vercingetorige, di venire da loro ed unisca le tattiche di condurre la guerra;
ottenuta la cosa, pretendono che sia dato ad essi il comando supremo. Portata la cosa in discussione si indice a Bibratte l’
assemblea di tutta la Gallia. Arrivano da ogni parte numerosi.
La cosa si demanda ai voti della folla; tutti fino all’ultimo
acclamano Vercingetorige generale (supremo), da questa assemblea furono assenti Remi, Linoni, Treveri, quelli perché seguivano
l’amicizia dei Romani, i Treveri perché erano più lontani ed erano incalzati dai Germani, e questa fu la causa per cui erano
fuori da tutta la guerra e non inviavano aiuti a nessuno (dei due gruppi). Con grande dolore gli Edui tollerano di essere
destituiti dal comando, si lamentano del cambiamento della sorte e cercano il perdono di Cesare verso di loro e tuttavia,
iniziata la guerra, non osano separare la loro decisione dagli altri. Contro voglia i giovani di grandissima ambizione
Eporedorige e Viridomaro obbediscono a Vercingetorige.
- De Bello Gallico
- Libro 7
- Cesare
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