Probata re atque omnibus iure iurando adactis postero die in tres
partes distributo equitatu duae se acies ab duobus lateribus ostendunt, una a primo agmine iter impedire coepit. Qua re
nuntiata Caesar suum quoque equitatum tripertito divisum contra hostem ire iubet. Pugnatur una omnibus in partibus. Consistit
agmen; impedimenta intra legiones recipiuntur. Si qua in parte nostri laborare aut gravius premi videbantur, eo signa inferri
Caesar aciemque converti iubebat; quae res et hostes ad insequendum tardabat et nostros spe auxilii confirmabat. Tandem Germani
ab dextro latere summum iugum nacti hostes loco depellunt, fugientes usque ad flumen, ubi Vercingetorix cum pedestribus copiis
consederat, persequuntur compluresque interficiunt. Qua re animadversa reliqui ne circumvenirentur veriti se fugae mandant.
Omnibus locis fit caedes. Tres nobilissimi Haedui capti ad Caesarem perducuntur: Cotus praefectus equitum qui controversiam cum
Convictolitavi proximis comitiis habuerat, et Cavarillus, qui post defectionem Litavicci pedestribus copiis praefuerat, et
Eporedorix, quo duce ante adventum Caesaris Haedui cum Sequanis bello contenderant.
Versione tradotta
Approvata la cosa e messi tutti sotto giuramento il giorno dopo, distribuito in tre parti l’esercito due schiere
si mostrano dai due lati, una cominciò ad impedire la marcia dalla prima fila. Riferita tale cosa Cesare ordina che anche il suo
esercito divido in tre parti vada contro il nemico. Si combatte insieme in tutte le parti. La schiera si ferma; i carriaggi si
mettono all’interno delle legioni. Se in qualche parte si vedevano i nostri in difficoltà o essere troppo pesantemente
incalzati, lì Cesare ordinava che si portassero le insegne e si voltasse l’esercito; tale situazione da una parte frenava i
nemici ad inseguire e dall’altra rafforzava i nostri per la speranza di aiuto. Finalmente i Germani dal fianco destro raggiunta
la sommità del giogo cacciano i nemici dalla postazione, inseguono i fuggitivi fino al fiume, dove si era insediato
Vercingetorige con le truppe di fanteria, e ne uccidono parecchi. Accortisi di tale cosa, gli altri temendo di essere
circondati si danno alla fuga. In tutti i luoghi si fa strage. Tre nobilissimi Edui catturati sono portati da Cesare: Coto,
prefetto dei cavalieri che aveva avuto la controversia con Convictolitave nei precedenti comizi e Cavarillo, che dopo la
ribellione di Litavicco era a capo delle truppe di fanteria ed Eporedorige, sotto il cui comando prima dell’arrivo di Cesare
gli Edui avevano combattuto in guerra contro i Sequani.
- De Bello Gallico
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico