Ipsum erat oppidum Alesia in colle summo, admodum edito loco, ut nisi
obsidione expugnari non posse videretur. Cuius collis radices duo duabus ex partibus flumina subluebant. Ante oppidum planities
circiter milia passuum tria in longitudinem patebat; reliquis ex omnibus partibus colles, mediocri interiecto spatio, pari
altitudinis fastigio oppidum cingebant. Sub muro, quae pars collis ad orientam solem spectabat, hunc omnem locum copiae
Gallorum compleverant, fossamque sex in altitudinem pedum praeduxerant. Eius munitionis, quae ab Romanis instituebantur,
circuitus decem milia passuum tenebat. Castra opportunis locis erant posita, ibique castella viginti tria facta, quibus in
castellis interdiu stationes ponebantur ne qua subita eruptio fieret; haec eadem noctu excubitoribus ac firmis praesidiis
tenebantur.
Versione tradotta
La stessa città di Alesia si trovava in cima al colle, in un luogo assai alto, che sembrava non potesse essere
espugnato se non con un assedio. E due fiumi bagnavano le pendici di questo colle da due parti. Prima della città si estendeva
una pianura per circa tre miglia in lunghezza; da tutte le altri parti rimanenti, i colli, a breve distanza, di pari altezza
cingevano la città. Sotto il muro, quella parte era rivolta ad oriente, le truppe dei Galli avevano riempito tutto questo luogo
e avevano tracciato una fossa di sei piedi di altezza. Il perimetro di quella fortezza che era costruita dai Romani, occupava
diecimila passi. Gli accampamenti erano stati posti nelle località adatte e qui erano stati fatti ventitré rifugi, in quei
rifugi durante il giorno erano posti uomini di guardia affinché non avvenisse quella irruzione improvvisa, questi stessi di
notte erano difesi con sentinelle e forti guardie.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico