His rebus cognitis Caesar Labienum cum cohortibus sex subsidio laborantibus
mittit; imperat, si sustinere non possit, deductis cohortibus eruptione pugnet; id nisi necessario ne faciat. Ipse adit
reliquos, cohortatur ne labori succumbant; omnium superiorum dimicationum fructum in eo die atque hora docet consistere.
Interiores desperatis campestribus locis propter magnitudinem munitionum loca praerupta ex ascensu temptant; huc ea quae
paraverant conferunt. Multitudine telorum ex turribus propugnantes deturbant, aggere et cratibus fossas explent, falcibus
vallum ac loricam rescindunt.
Versione tradotta
Sapute queste cose, Cesare manda Labieno con sei coorti in
aiuto a quelli in difficoltà; comanda, se non può resistere, di combatte con una sortita, dopo aver ricondotte le coorti; ciò,
se non necessariamente, non lo faccia.
Egli avvicina gli altri, esorta di non rinunciare alla fatica; dichiara che il frutto
di tutti gli scontri precedenti sta in quel giorno ed ora. Quelli dell’interno (di Alesia) tentano, essendo disperati i luoghi
della pianura per la grandezza delle fortificazioni, luoghi scoscesi per la salita; qui radunano le cose che avevano preparato.
Scompigliano con la quantità di proiettili quelli che resistevano dalle torri, riempiono i fossati di materiale e graticci, con
le falci tagliano la trincea ed il parapetto.
- Letteratura Latina
- Libro 7
- Cesare
- De Bello Gallico