Eneide, Libro 7, traduzione vv. 10-24 - Studentville

Eneide, Libro 7, traduzione vv. 10-24

proxima Circaeae raduntur litora terrae, 7.10
dives inaccessos ubi Solis filia lucos
adsiduo resonat

cantu, tectisque superbis
urit odoratam nocturna in lumina cedrum
arguto tenuis percurrens pectine telas.
hinc

exaudiri gemitus iraeque leonum 15
vincla recusantum et sera sub nocte rudentum,
saetigerique sues atque in praesepibus

ursi
saevire ac formae magnorum ululare luporum,
quos hominum ex facie dea saeva potentibus herbis
induerat Circe

in vultus ac terga ferarum. 20
quae ne monstra pii paterentur talia Troes
delati in portus neu litora dira subirent,

Neptunus ventis implevit vela secundis,
atque fugam dedit et praeter vada fervida vexit.

Versione tradotta

Si sfiorano i vicini lidi della

terra di Circe, 7.10
dove la ricca figlia del Sole fa risuonare i boschi
inaccessibili di continuo canto, nella casa

superba
brucia l'odoroso cedro per le luci notturne
scorrendo le sottili tele col pettine vivace.
Di qi si sentono

i gemiti e le ire di leoni 15
che rifiutano le catene e ruggiscono nella tarda notte,
setolosi porci ed orsi nei recinti

fremevano
e forme di grandi lupi ululavanoo, che dall'aseptto
di uomini la crudele dea Circe con potenti erbe
aveva

trasformato in volti e dordi di belve. 20
Ma perché i pii Troiani non soffrissero tali mostri
entrati nei porti e non

affrontassero crudeli lidi
Nettuno riempì le vele di venti favorevoli,
favorì la fuga e li portò oltre i fervidi

guadi.

  • Letteratura Latina
  • Libro 7
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti