Rex arva Latinus et urbes 7.45
iam senior longa placidas in pace regebat.
hunc Fauno et nympha genitum Laurente Marica
accipimus; Fauno Picus pater, isque parentem
te, Saturne, refert, tu sanguinis ultimus auctor.
filius huic fato
divum prolesque virilis 50
nulla fuit, primaque oriens erepta iuventa est.
sola domum et tantas servabat filia sedes
iam matura viro, iam plenis nubilis annis.
multi illam magno e Latio totaque petebant
Ausonia; petit ante alios
pulcherrimus omnis 55
Turnus, avis atavisque potens, quem regia coniunx
adiungi generum miro properabat amore;
sed
variis portenta deum terroribus obstant.
laurus erat tecti medio in penetralibus altis
sacra comam multosque metu
servata per annos, 7.60
quam pater inventam, primas cum conderet arces,
ipse ferebatur Phoebo sacrasse Latinus,
Laurentisque ab ea nomen posuisse colonis.
huius apes summum densae mirabile dictu
stridore ingenti liquidum trans
aethera vectae 65
obsedere apicem, et pedibus per mutua nexis
examen subitum ramo frondente pependit.
continuo vates
‘externum cernimus’ inquit
‘adventare virum et partis petere agmen easdem
partibus ex isdem et summa
dominarier arce.’ 70
praeterea, castis adolet dum altaria taedis,
et iuxta genitorem astat Lavinia virgo,
visa
nefas longis comprendere crinibus ignem
atque omnem ornatum flamma crepitante cremari,
regalisque accensa comas,
accensa coronam 75
insignem gemmis; tum fumida lumine fulvo
involvi ac totis Volcanum spargere tectis.
id vero
horrendum ac visu mirabile ferri:
namque fore inlustrem fama fatisque canebant
ipsam, sed populo magnum portendere
bellum. 7.80
Versione tradotta
Il re
Latino ormai vecchio reggeva 45
in lunga pace i campi e le placide città.
Lo sappiamo nato da Fauno e dalla ninfa
laurente
Marica; Pico (fu) padre di Fauno ed egli dichiara
padre te, Saturno, tu ultimo capo della stirpe.
Per fato
degli dei egli non ebbe un figlio e nessuna 50
prole maschile e nascendo alla prima età fu tolta.
Una soila figlia
salvava la casa e sì garndi sedi
ormai matura per il marito, nubile con anni maturi.
Molti dal grande Lazio e da tutta
l'Ausonia la
pretendevano; la pretende, il più bello di tutti gli altri,
Turno, potente per avi ed antenati, che la
coniuge regia
con grande amore s'affrettava ad unirselo per genero;
ma portenti degli dei s'oppongono con vari
terrori
C'era un alloro in mezzo al palazzo negli alti cortili;
conservato sacro per la chioma con devozione per 60
molti anni, che si diceva lo stesso padre Latino aveva
consacrato a Febo, trovatolo, fondando le prime rocche, da esso aveva
dato il nome ai coloni Laurenti.
Le api portate numerose, mirabile a dirsi, nel limpido
etere con ingente ronzio
occuparono la sua sommità,
ed uno sciame improvviso, intrecciati i piedi tra loro,
pendette da un ramo
frondoso.
Subito l'indovino "Un uomo straniero, disse
vediamo arrivare ed una schiera dirigersi alle stesse
parti
dalle stesse parti e dominare la sommità della rocca". 70
Poi, mentre con caste fiaccole onora gli altari,
e la
giovane Lavinia presiede vicino al genitore,
sembrò, terribile, che un fuoco s'attaccasse ai lunghi
capelli e tutto
l'abbigliamento bruciasse di fiamma
crepitante, accese le chiome regali, accesa la corona 75
preziosa di gemme;
allora fumante di luce rossastra
correva e spargeva Vulcano a tutti i tetti.
Si diceva che ciò era orrendo e strano a
vedersi:
predicevano che lei sarebbe stata illustre per fama e
destini, ma recava al popolo grande guerra. 80
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