Eneide, Libro 7, traduzione vv. 601-622 - Studentville

Eneide, Libro 7, traduzione vv. 601-622

Mos erat Hesperio in Latio, quem protinus urbes 7.601

Albanae coluere sacrum, nunc maxima rerum
Roma colit, cum prima movent in proelia Martem,
sive Getis inferre manu

lacrimabile bellum
Hyrcanisve Arabisve parant, seu tendere ad Indos 605
Auroramque sequi Parthosque reposcere signa:

sunt geminae Belli portae, sic nomine dicunt,
religione sacrae et saevi formidine Martis;
centum aerei claudunt

vectes aeternaque ferri
robora, nec custos absistit limine Ianus. 610
has, ubi certa sedet patribus sententia pugnae,

ipse Quirinali trabea cinctuque Gabino
insignis reserat stridentia limina consul,
ipse vocat pugnas; sequitur tum

cetera pubes,
aereaque adsensu conspirant cornua rauco. 615
hoc et tum Aeneadis indicere bella Latinus
more

iubebatur tristisque recludere portas.
abstinuit tactu pater aversusque refugit
foeda ministeria, et caecis se condidit

umbris.
tum regina deum caelo delapsa morantis 7.620
impulit ipsa manu portas, et cardine verso
Belli ferratos

rumpit Saturnia postis.

Versione tradotta

C'era tradizione nel Lazio esperio, che subito le città
albane conservarono sacra, ora Roma, la massima,
la

conserva, quando muovono Marte ai primi scontri,
sia preparino a portare la lacrimevole guerra ai Geti
o agli Ircani o

agli Arabi, sia dirigersi agli Indi 605
e seguire l'Aurora o riprendere le bandiere ai Parti:
le porte della Guerra

sono due, così le chiaman di nome,
sacre per culto e per terrore del crudele Marte;
le chiudono cento sbarre di bronzo ed

eterni potenze
di ferro, né Giano, il custode, s'assenta dalla soglia. 610
Queste, quando una sicuraa decisione di

guerra è decisa
dai senatori, lo stesso console apre le stridenti soglie
insignito della trabea di Quirino e del cinto di

Gabi,
egli chiama gli scontri; segue poi il resto della gioventù,
e le bronzee corna di bronzo risuonano di rauco

consenso. 615
Con questo anche allora si comandava che Latino dichiarasse
guerra agli Eneadi secondo il costume ed aprire

le tristi porte.
Il padre si astenne dal contatto e contrario rifuggì
i sozzi ministeri e si nascose in cieche

ombre.
Allora scesa dal cielo la regina degli dei spinse lei stessa 620
con la mano le porte esitanti e infranto il

cardine
la Saturnia rompe i ferrei battenti della Guerra.

  • Letteratura Latina
  • Libro 7
  • Virgilio

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti