ardet inexcita Ausonia atque immobilis ante; 7.623
pars pedes
ire parat campis, pars arduus altis
pulverulentus equis furit; omnes arma requirunt. 625
pars levis clipeos et spicula
lucida tergent
arvina pingui subiguntque in cote securis;
signaque ferre iuvat sonitusque audire tubarum.
quinque
adeo magnae positis incudibus urbes
tela novant, Atina potens Tiburque superbum, 630
Ardea Crustumerique et turrigerae
Antemnae.
tegmina tuta cavant capitum flectuntque salignas
umbonum cratis; alii thoracas aenos
aut levis ocreas
lento ducunt argento;
vomeris huc et falcis honos, huc omnis aratri 635
cessit amor; recoquunt patrios fornacibus ensis.
classica iamque sonant, it bello tessera signum;
hic galeam tectis trepidus rapit, ille trementis
ad iuga cogit
equos, clipeumque auroque trilicem
loricam induitur fidoque accingitur ense. 7.640
Versione tradotta
Arde
l'Ausonia, prima pacifica ed immobile;
parte prepara i piedi ad andare nelle piane, parte sugli alti
cavalli freme
dritto impolverato; tutti ricercano le armi. 625
Parte tergono i leggeri scudi e le lucide frecce
di grasso oleoso e
sulla cote affilano le scuri;
piace portare le insegne ed udire i suoni di trombe.
Così cinque grandi città, approntate
le incudini,
rinnovano armi, la potente Atina, Tivoli superba, 630
Ardea, Crustumeri ed Antenna turrita.
Scavano
coperture sicure delle teste piegano graticci di salice
degli umboni; altri ricavano corazze di bronzo
o leggeri gambieri
dal duttile argento;
allora cessa l'onore del vomere e della falce, allora 635
l'amor dell'aratro; rifondono
spade paterne nelle fornaci.
Ormai risuonano le trombe, la parola d'ordine, segnale di guerra va;
questi trepido
strappa l'elmo dalle case, quello spinge i cavalli
frementi ai gioghi, lo scudo e la corazza di tre fili d'oro
si
veste e si cinge della fedele spada. 640